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La favola imperfetta del calcio italiano

”Dicono che il calcio moderno è solo business, che per vincere servono i soldi. Dicono che era il gioco più bello del mondo, ma che adesso di miracoli non se ne vedono più. Chi lo dice non conosce ancora questa storia.”

Carlo Valli in ‘Una Meravigliosa Stagione Fallimentare’ (2015).

La favola che vi sto per raccontare non riguarda l’epica vittoria di una Champions League da parte di una big. Siamo nel profondo Sud, in serie B, in uno dei periodi più grigi della storia del calcio nostrano. Una storia che stona col contesto citato. Ma andiamo per gradi.

I MATARRESE E LA DISERZIONE

Una delle presidenze più longeve della storia del calcio italiano è stata quella dei fratelli Matarrese. La famiglia di imprenditori, entrata nel mondo del ‘pallone’ verso la fine degli anni ’80, a Bari aveva costruito tutto, aveva promesso tutto. ‘Entreremo in Europa dalla porta delle grandi’ diceva Vincenzo Matarrese alla vigilia degli anni ’90 ed invece i biancorossi sotto la sua guida non saranno in grado che di collezionare piazzamenti sterili e ripetute retrocessioni divenendo così una delle presidenze più contestate d’Italia.

Ma la situazione precipita nei primi  duemiladieci: la squadra retrocede in B al termine di un campionato condizionato da un nuovo terremoto calcioscommesse di cui la stessa Bari si dimostrò epicentro. Tra la crisi economica, i punti di penalizzazione che nevicavano, risicate salvezze in cadetteria ed un’intera città contro, i Matarrese non se la passavano affatto bene. Ed a suon di ‘Vattene da Bari’ o ‘Meglio l’eccellenza che questa presidenza’, sempre più tifosi disertavano il San Nicola promettendo di non metterci piede fin quando i fratelli costruttori sarebbero stati ai vertici del club.

LA STAGIONE 2013/14

Torniamo nell’estate 2013. Dinnanzi ad una situazione ormai insostenibile, sfuma l’ennesima possibilità di vendita della società e la cosa provoca una serie di reazioni a catena come le dimissioni del tecnico Gautieri nel bel mezzo del ritiro precampionato. Sarà il ds Angelozzi a porre rimedio optando per un duo anonimo, quello composto da Alberti e Zavettieri, costruendo attorno ad essi una squadra molto economica tra giovani promesse ed autentici sconosciuti. Ai nastri di partenza i pugliesi vengono dati per spacciati, la salvezza sembrerà difficile da raggiungere anche e soprattutto per l’incerta situazione societaria alle spalle. I bilanci parlano chiaro: ci sono 40 milioni di debiti e l’operazione di austerity della società porta addirittura a non avviare la campagna abbonamenti. Il 14 settembre in occasione di Bari-Modena si registrano 936 spettatori in uno stadio che ne può ospitare 60mila. Una desolazione.

LA SVOLTA

Il campionato prosegue ed i baresi sono nei bassi fondi di classifica dimostrando ciò che sono: una squadra giovane, inesperta e senza spina dorsale. Tuttavia l’attenzione della piazza è puntata altrove perchè la società sembra arrivata ad un punto di non ritorno: il primo marzo, in occasione della gara contro il Palermo, la squadra raggiunge la Sicilia grazie ad una colletta tra gli addetti ai lavori.

Un episodio inequivocabile che fa indignare l’intera città la quale decide di scendere in piazza e manifestare contro la proprietà al fine che dichiari una volta per tutte il fallimento ed in effetti, almeno per una volta, la gente viene ascoltata. Il 10 marzo 2014 l’A.S. Bari porta i libri in tribunale, finisce l’era Matarrese (ndr, 37 anni) e la società viene affidata a due curatori fallimentari.

Da adesso in poi accade ciò che nessuno si sarebbe mai aspettato.

#COMPRATELABARI

Bari è fuori dalla norma. Se da altre parti per un ‘fallimento’ si sprofonda nello sconforto, si celebrano funerali, qui invece parte la festa. Ricordate la storiella della diserzione? ‘Non più allo stadio fin quando ci saranno i Matarrese’? Il 15 marzo si gioca Bari-Avellino (1-0) e si passa dai mille di poche settimane prima ai 15mila spettatori. Promessa mantenuta. La squadra inizia ad ingranare ma ciò non basta ovviamente per salvare il Galletto che al contempo ha da giocare il 18 Aprile una partita cruciale in tribunale: la prima asta. C’è bisogno di qualcosa altrimenti rischia di andare deserta ed è qui che arriva l’idea: capitan Defendi si fa una fotografia dinnanzi ad un bidone della spazzatura con un cartello recante la scritta ‘Comprate la Bari’. E’ un boom mediatico. La cosa diventa così virale che in tanti tra politici, volti dello spettacolo e star nazionali ed internazionali decidono di pubblicare sui social un proprio selfie con #compratelabari, i media non parlano altro che delle gesta di questi ragazzi, giovani e sconosciuti, che senza stipendi stanno scavalcando la classifica. Già, perchè nel bel mezzo di tutto questo il Bari sul campo ha conquistato 7 risultati utili consecutivi passando dalla zona play-out a sognare un piazzamento nei play-off!

Tutto questo tuttavia non porta gli effetti sperati: le prime due aste per l’acquisto del club sono andate deserte. C’è il serio rischio che il Bari riparta dai Dilettanti! Ma le settimane passano, il Bari continua a vincere ed arriva una 2 giorni di fuoco. Il 19 maggio si gioca Bari-Cittadella ed il 20 va in scena l’ultima asta per l’acquisto del club. Bene.

Il 19 maggio il Bari vince 1-0 dinnanzi a 40mila spettatori volando in sesta posizione mentre l’asta vede Gianluca Paparesta divenire il nuovo presidente biancorosso. Il Bari è salvo! Ed adesso si può realmente sognare…

LA FAVOLA (IM)PERFETTA

Il mare che è pronto a farsi estate, il sole che torna a splendere come meglio sa fare. In uno scenario del genere si aspetta Bari-Novara, ultima giornata della regular season prevista il 31 maggio alle ore 20.30. I biancorossi devono solo vincere e sperare in risultati favorevoli dagli altri campi per agguantare i play-off. Dopo gli ultimi fantastici mesi tutto lo stivale è innamorato di questa squadra, per una sera i fari dell’Italia calcistica sono puntati su questa incompresa capitale del Sud pronta a sostenere i propri in 50mila. Si, avete capito bene. In genere il San Nicola s’è riempito così solo in occasione di match clou contro le big come Juve o Milan, al massimo per qualche concerto di Vasco. Questa volta invece sono in cinquantamila solo per i Galletti. Sciaudone e soci schiantano il Novara 4-1 e volano ai play-off.

La Bari vince, diverte e fa sognare. Non fateci svegliare. Il 3 giugno asfaltiamo il Crotone in casa sua 3-0, si va in semifinale play-off dove si affronta il Latina terzo al termine della regular season.

Ed è qui che la favola diventa imperfetta. Tra qualche sfortuna sotto porta ed una direzione arbitrale dubbia sia all’andata che al ritorno, i biancorossi verranno eliminati dopo aver pareggiato 2-2 entrambe le dispute. E’ finito il sogno, ci siamo svegliati. C’è chi ha pianto, chi si è arrabbiato, chi si è semplicemente illuso.

Si, tutto questo fracasso non è servito a nulla perchè alla fine la Bari in A non ci è andata, forse se finita diversamente questa favola sarebbe ad oggi ancora ricordata al pari di un Leicester campione d’Inghilterra. E’ così, nel calcio moderno certe storie non dovrebbero esistere ma a chi le vive rimane sempre qualcosa di intangibile.

Grazie ragazzi, un tifoso.

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