L’imbarazzo della scelta
Quella che tutti siamo abituati a vedere oggi è una squadra stellare in grado di schierare in campo contemporaneamente Mbappè, Neymar e Messi. Il PSG è il club più ricco del mondo, il Dream-Team dei sogni che forse è inarrivabile anche alla Play Station. L’allenatore Mauricio Pochettino ha a disposizione una formazione fuori dal normale e può permettersi il lusso di tenere fuori gente come Icardi, Di Maria, Sergio Ramos e regalare Cavani al Manchester Utd. Basti pensare che non è ancora chiaro il ruolo di Gigio Donnarumma che in teoria dovrebbe essere il portiere titolare ma nella pratica deve vedersela con l’esperto Navas. Insomma c’è l’imbarazzo della scelta.
Il PSG ad un passo dalla Serie B francese
Prima dell’avvento degli Sceicchi però c’è stato un tempo in cui il PSG calcisticamente parlando non faceva paura a nessuno, anzi. Riavvolgendo il nastro della memoria torniamo indietro sino all’anno 2008 quando i parigini rischiarono addirittura la retrocessione nella seconda lega francese. Fu l’anno in cui la squadra arrivò addirittura in sedicesima posizione andando ad un passo dall’oblio.
Il PSG di Nenè, Bodmer e Tiené
Dal 2008 ai giorni nostri è cambiato praticamente tutto quanto e sotto la Tour Eiffel si respira un’aria differente. Se un tempo i tifosi del PSG dovevano accontentarsi di Nenè, Bodmer e Tiené, adesso i nomi sono altri. La squadra di Giuly e Makelele non era minimamente paragonabile a quella che oggi è considerata la più forte di sempre.
Il PSG d Carlo Ancelotti
Ma forse nemmeno il PSG di Carlo Ancelotti che nel 2011 vinse la Ligue 1 si poteva paragonare a quello attuale. E dire che già all’epoca gli Sceicchi misero sul piatto della bilancia un bel po’ di milioncini, per la precisione 109. L’estate del 2011 fu quella che segnò definitivamente la fine del vecchio PSG e aprì la porta a quella che negli anni è diventata una squadra formidabile e zeppa di campioni.
La prima campagna acquisti di livello
La campagna acquisti di livello fu di tutto rispetto e i nuovi proprietari iniziarono a fare sul serio mettendo le cose in chiaro con dei nomi che solleticarono una piazza poco abituata a vincere. A Parigi sbarcarono tutti in una volta sola: Thiago Motta, Gameiro, Matuidi, Menez, Pastore, Sissoko, Sirigu, Alex, Maxwell e Diego Lugano. Niente di paragonabile alla squadra stellare che oggi ha a disposizione il tecnico Pochettino, e questo fa capire ancora di più quando sia cambiato il PSG da quel famoso 2008, in cui la squadra più forte del mondo rischiò addirittura di retrocedere.