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La “scala del calcio” è davvero l’ultimo stadio rimasto per gli ultimi romantici?

Stadio San Siro - Photo By Sempreinter.com

La scala del calcio

Quando si parla del Giuseppe Meazza si stringe lo stomaco e il cuore inizia a battere forte, è l’effetto incontrollato che fa la Scala del Calcio, considerata da molti lo stadio più bello del globo. Ultimamente si fa un gran parlare di come potrebbe e di cosa potrebbe essere il nuovo San Siro. Le cose vanno a rilento e le questioni burocratiche sono sempre ostacoli invalicabili e lo stadio è ancora in pedi, in tutto il suo splendore. Per capire a pieno cosa rappresenti li Meazza torniamo indietro, concedendoci un salto temporale di anni.

 

Stadio Giuseppe Meazza con i due anelli – Photo by Pinterest

Storia e origini

Il Giuseppe Meazza, fu costruito nel 1925 da Piero Pirelli, all’epoca presidente del Milan. Inizialmente la struttura, pensata dall’ingegnere Alberto Cugini e dall’architetto Ulisse Stacchini, era in grado di ospitare 35.000 persone. Lo stadio fu inaugurato il 19 settembre 1926 con un’ amichevole tra Inter e Milan, non poteva che essere così. Giusto per dovere di cronaca: la partita la vinsero i nerazzurri imponendosi con il punteggio di 6-3. La prima sfida ufficiale toccò al Milan, il 3 ottobre, in occasione del match inaugurale nella stagione di campionato 1926/1927, in cui i rossoneri, che ospitarono la Sampierdarenese, uscirono sconfitti perdendo 2-1.

 

Nel 1935 lo stadio venne acquistato dal Comune di Milano, che si mise subito all’opera per iniziare i lavori di ampliamento, costruendo quattro curve di raccordo tra le tribune e aumentando la capienza, che arrivò sino a 55.000 posti. Durante la Seconda Guerra Mondiale il Milan abbandonò San Siro per qualche tempo, traslocando all’Arena Civica, per poi ritornandoci nel dopoguerra, ma in condivisione con i cugini nerazzurri. Nel 1955 un certo Ferruccio Calzolari, ingegnere milanese, diresse i lavori assieme all’architetto Armando Ronca, e la capienza totale fu portata addirittura a a 100.000 spettatori: Alcune norme di sicurezze e provvedimenti legislativi ridussero l’effettiva capienza a 85.000 posti.

 

Nel 1967 approfittando di alcuni lavori di manutenzione, fu montato anche il famoso tabellone luminoso, dove i tifosi potevano guardare il cronometro scorrere durante le partite. Il 3 Marzo del 1980 lo stadio venne intitolato alla memoria di Giuseppe Meazza, calciatore che aveva militato in entrambe le squadre del capoluogo lombardo, due volte Campione del Mondo con la nazionale italiana, purtroppo scomparso l’anno prima. Quando la Federazione italiana si aggiudicò l’organizzazione dei Mondiali del 1990, il Comune di Milano iniziò a lavorare al progetto, che in pochi anni cambiò l’aspetto di San Siro, con l’aggiunta del terzo anello. Gli spalti furono costruiti per tre quarti dello stadio, lasciando il solo settore rosso a due livelli.

 

Il progetto, firmato e approvato dagli architetti Giancarlo Ragazzi e Enrico Hoffer, passò al vaglio e sotto le sapienti mani dall’ingegnere Leo Finzi. La vera svolta furono i seggiolini, a cui vennero assegnati dei colori, che distinguevano cromaticamente i quattro settori in cui venne suddiviso San Siro, rosso e arancione per l’anello centrale, verde e blu per i settori dietro le due porte. Nell’estate 2008, il Meazza fu oggetto di alcuni lavori di riqualificazione per l’adeguamento della struttura agli standard delle norme UEFA, e la capienza dello stadio scese a 80018 posti. Il vero problema della Scala del calcio è sempre stato il prato, con zolle fuori posto e l’erba non proprio all’altezza di uno stadio così. Ecco perchè nel 2014 finalmente venne sostituito quel vecchio e malandato manto erboso che ha fatto arrabbiare un po’ tutti negli anni.

 

pe Meazza Milano – Photo by Obelix Diary

 

Stadio per ultimi romantici

Da qualche anno non ci sono più neanche le panchine interrate, altro marchio di fabbrica dello stadio milanese, sostituite con le più moderne panchine a livello del terreno. Sicuramente San Siro avrebbe bisogno di rifarsi il look per restare al passo con i tempi. Una parte dell’opinione pubblica vorrebbe demolirlo e costruire due stati distinti, uno per il Milan e l’altro per l’Inter, ormai in Europa è così. Gli inguaribili romantici fanno finta di non sentire, e guai a chi tocca San Siro, con le quattro torri che fungono da pilastri della storia. E voi da che parte state?

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