La cameretta
Milanese doc, esordisce con e giovanili dell’Inter e da subito gli esperti notano i movimenti da grande attaccante, un fiuto del gol oltre misura e quella fame di calcio che difficilmente si vede in un ragazzo così giovane. Marco Delvecchio esordisce appena maggiorenne in Serie A con la maglia dell’Inter nel 1991 provando l’emozione incredibile di calcare i grandi palcoscenici e giocare in mezzo ai campioni, di cui da bambino aveva il poster nella sua cameretta.
1994
Con il club meneghino arrivano soltanto quattro presenze e Marco preferisce andare a farsi le ossa prima nella laguna con la maglia del Venezia e poi con la casacca dell’Udinese, con cui Delvecchio ritrova la Serie A nel 1994.
Il gol contro Padova
L’estate del 1994 è quella della svolta e come si suol dire i treni passano una volta sola, ecco perché Marco Delvecchio torna di corsa a Milano per godersi la sua seconda vita interista. La prima stagione in nerazzurro si chiude con poco più di trenta presenze e
quattro reti all’attivo, l’ultima decisa ai fini della qualificazione in Coppa UEFA dell’Inter, che batte il Padova per 2-1 proprio con un gol di Delvecchio all’ultimo minuto.
L’inizio della fine
Quel gol al Padova sembra l’inizio di una lunghissima storia d’amore tra Marco e l’Inter ma proprio al termine della stagione per Delvecchio si prospetta la possibilità di lasciare Milano per volare nella Capitale. L’Inter ha messo gli occhi sull’attaccante Marco Branca che gioca con il club giallorosso. La Roma propone uno scambio alla pari, così Delvecchio saluta l’Inter per sposare la causa romanista.
Ricordi nerazzurri
In un’intervista rilasciata a Sky Marco Delvecchio ricorda l’esordio con la maglia dell’Inter: “Ho bellissimi ricordi dell’Inter e non dimenticherò mai il mio esordio in Coppa Italia contro la Juventus. Ero al torneo di Viareggio e mi chiamarono per giocare con tanti campioni del calibro di Lothar Matthäus Andreas Brehme e molti altri. Il presidente Massimo Moratti
mi considerava un giocatore incedibile.
Roma
Se la seconda vita in nerazzurro sembrava l‘occasione della vita, la carriera decennale con la maglia della Roma si è rivelata scelta mai più azzeccata. Attaccante di razza che con la Roma vince anche lo Scudetto e una Supercoppa Italiana, mattatore assoluto del derby secondo solo a Francesco Totti. Idolo e beniamino dello Stadio Olimpico, che lo ha accolto come un figlio trasformandolo in uno degli attaccanti più forti della storia della Roma.