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Vincenzo Scifo il numero 10 con la passione per l’Italia

Agrigento – La Louviere

La Louviere è una cittadina situata in Vallonia, nella provincia di Hainaut, una delle tre regioni del Belgio. Ed è proprio lì che il 19 Febbraio 1966 nasce Vincenzo Scifo.

Enzo, come lo chiamano gli amici, ha chiare origini italiane che risalgono ai genitori, Agostino e Alfonsa, che nel 1952 sono emigrati in Belgio dalla provincia di Agrigento.

Anderlecht

Il piccolo Scifo coltiva sin da piccino la passione per lo sport più bello del mondo, il calcio. Muoverà i primi passi a soli sette anni nelle fila del R.A.A. Louviéroise, dove metterà subito in mostra tutte le proprie qualità. Non ancora maggiorenne il suo lungo percorso comincerà nelle giovanili dell’Anderlecht.

Scifo all’Anderlecht – Photo by facebook.com

Piccolo Pelé

A sedici anni Scifo si trasferisce in Italia per una tournée e scopre come d’incanto il Bel Paese, ritornando alle sue origini. Le 434 reti in quattro anni di giovanili sono impressionanti e in terra belga gli addetti ai lavori capiscono di trovarsi di fronte a un vero e proprio talento, soprannominato “Piccolo Pelé”.

L’esordio tra i grandi

Solo un anno dopo arriverà l’esordio tra i grandi del calcio professionistico e Scifo giocherà con la prima squadra dell’Anderlecht, con la quale vincerà tre campionati e sfiorerà anche la clamorosa impresa in Coppa dei Campioni.  La squadra belga, infatti, venne eliminata in semifinale dalla Steaua Bucarest, anno 1986.

Inter

Il ragazzo prodigio che aveva esordito in nazionale addirittura agli Europei del 1984, sbarcherà in Italia e approderà a Milano per vestire la maglia dell’Inter, che nel 1987 lo comprerà ad una cifra vicina ai 7 miliardi delle vecchie lire. Con la maglia del club meneghino non arriveranno i risultati auspicati: in Serie A andrà a segno solo quattro volte, due contro l’Hellas Verona, un gol contro l’Empoli e una rete contro la Sampdoria. Giovanni Trapattoni lo relegherà spesso in panchina e dopo una sola stagione Scifo saluterà il capoluogo lombardo per trasferirsi in Francia e vestire la casacca del Bordeaux.

 

Vincenzo Scifo con la maglia dell’Inter – Photo by Twitter.com

Francia

L’esperienza al Bordeaux è piuttosto deludente e Vincenzo non riuscirà ad incidere come vorrebbe, il club francese chiuderà la stagione in 13esima posizione e Scifo andrà a segno solo sette volte in venticinque presenze. Altro giro, altra corsa e il numero 10 belga si sposterà all’Auxerre, la squadra della rinascita. Sotto le sapienti mani dell’allenatore Guy Roux, infatti il talento belga si esalta e spingerà l’Auxerre verso uno storico terzo posto in campionato, stagione 1990/1991.

Italia 90

Con l’Italia sempre nel cuore, i mondiali del 90 furono il palcoscenico ideale per mettersi in mostra con la prestigiosa numero 10 del Belgio. Vincenzo Scifo parla italiano ma in campo sembra un brasiliano e sul prato del Bentegodi di Verona metterà a segno un gol da cineteca contro l’Uruguay. Terminata la competizione, fu il Torino a credere nelle sue grandi qualità.

 

Vincenzo Scifo con la maglia del Belgio – Photo by These Football Times

Torino

Con la maglia granata e sotto la guida di Emiliano Mondonico arriverà la storica finale di Coppa UEFA persa contro l’Ajax e la gioia della Coppa Italia, dove il Toro sconfisse la Roma in finale e si aggiudicò il trofeo. Due stagioni da protagonista, due anni intensi.

 

Vincenzo Scifo con la maglia del Torino – Photo by Fifa.com

Principato di Monaco

A Torino in quegli anni esploderà il suo talento e Scifo sarà vicinissimo alla Juventus ma a spuntarla su di lui è il Monaco e il belga ritornerà in Francia per trasferirsi nel Principato di Monaco. Con la casacca dei monegaschi vivrà gli anni d’oro (dal 1993 al 1997) vincendo la Division 1 e sfiorando la finale di Coppa dei Campioni. Era il Monaco dei giovanissimi e rampanti Thierry Henry e David Trezeguet, che avranno una crescita esponenziale grazie anche alla fantasia e all’estro di Vincenzo Scifo che dispensa assist a valanga.

Si torna a casa

Nel 1997 Scifo tornerà a casa e vestirà la maglia dell’Anderlecht ancora per tre stagioni, ma tra infortuni e una forma fisica precaria sarà con la maglia della squadra belga dello Charleroi che appenderà definitivamente le scarpette al chiodo nel 2001.

Per Ultimi Romantici

Giocatore atipico, eclettico, unico nel suo genere. Numero 10 puro e cristallino, fantasioso e creativo. In campo danzava con la palla tra i piedi, le sue giocate erano irriverenti per gli avversari e un piacere da guardare. Forse rimane il rimpianto dell’esperienza con la maglia dell’Inter ma resta il ricordo con il Torino, dove Vincenzo entusiasmò la platea granata. Belgio, Francia e poi ancora Belgio, dove Scifo chiude la carriera, a casa.

 

Scifo e l’esperienza nerazzurra – Photo by Twitter

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