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La difficile infanzia di Romelu Lukaku

Romelu Lukaku - Photo by Gazzetta.it

 Valanghe di gol

 

 

Con 62 reti in due stagioni con la maglia nerazzurra ha trascinato l’Inter verso il traguardo più ambito. Lo scudetto interista parla soprattutto belga. Romelu Lukaku, voluto fortemente da Antonio Conte, ha ripagato abbondantemente la fiducia mettendosi al servizio della squadra e realizzando valanghe di gol. Romelu era arrivato a Milano tra i soliti scetticismi, infatti molti addetti ai lavori avevano storto il naso insinuando che l’Inter avesse investito troppo soldi.

 

Romelu Lukaku – Photo by Lukaku.com

 

Gol all’esordio

 

I numeri con la maglia del Manchester United non erano certo da capogiro ma Conte ha spinto fino alla fine per avere dai Red Devils il suo numero nove. Lukaku, come nelle favole, ha timbrato il cartellino all’esordio contro il Lecce e partita dopo partita ha convinto sempre di più.

 

 

Il latte con l’acqua

 

Romelu ricorda l’infanzia difficile e “Fin da bambino vivevo in una famiglia in cui il pasto, era solo latte e pane e dove la doccia erano dei pentolini di acqua bollita per mancanza di elettricità e riscaldamento. La mamma preparava lo stesso menù ogni giorno e una sera si mise ad allungare il latte con l’acqua. Da quel momento feci una promessa a me stesso e a Dio: all’età di sei anni dissi in lacrime a mia madre, che avrei fatto il calciatore.

Decisi che non sarei solo diventato un grande giocatore ma il miglior giocatore della storia del Belgio.

 

L’Anderlecht e la scommessa

 

A 16 anni riuscii a firmare il contratto con l’Anderlecht, ma siccome l’allenatore mi teneva sempre in panchina, decisi di sfidarlo con una scommessa: “se mi fai giocare, segnerò 25 goal entro dicembre“. L’allenatore rise ma accettò. A novembre avevo già segnato tutte le reti pattuite e debuttai anche in prima squadra: non si scherza con un ragazzo così affamato.

 

Romelu Lukaku – Photo by Inter.it

 

Sogni e speranza

 

Romelu è l’esempio lampante di chi ce l’ha fatta e di chi ha svoltato, realizzando i sogni di quella gente che l’anno prossimo spera di poter essere a San Siro per applaudirlo ed osannarlo.

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