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Zlatan Ibrahimovic non fa provini

Zlatan Ibrahimovic con la maglia dell'Arsenal - Photo by The sun.co.uk

Ibra tiene vivo il sogno scudetto della Milano rossonera

 

ll Milan è riuscito a sbloccare il match con il Crotone grazie alla solita zampata di Zlatan Ibrahimovic. Al 30’ del primo tempo con gli ospiti rintanati nella propria area, ci è voluto un uno-due tra Rafael Leão e lo svedese, che davanti a Cordaz ha aperto il piattone per freddare l’estremo difensore. L’1-0 dei rossoneri è valsa la rete numero 500 nella carriera di Ibra, il bomber rossonero si è poi ripetuto al 64’ chiudendo un’azione strepitosa del solito Theo Hernandez. Con 14 reti in Serie A (-2 da Cristiano Ronaldo) il 39enne svedese domina ancora l’area di rigore e tiene vivo il sogno scudetto della Milano rossonera.

 

Zlatan Ibrahimovic durante Milan-Crotone (Photo by Marco Luzzani/Getty Images)

O lo ami o lo odi

 

Si fa sempre un gran parlare di Zlatan Ibrahimovic, che divide sempre tifosi e appassionati, come si suol dire “O lo ami o lo odi”. Riavvolgendo il nastro della memoria e andando a ritroso si intuisce già che il giovane attaccante svedese aveva le idee chiare, sin dagli albori della propria carriera calcistica. Dopo aver impressionato con la maglia del Malmö, Zlatan decide che è tempo di cambiare aria e proiettarsi verso il grande calcio europeo. Uno dei primi club che prova a sondare il terreno è l’Arsenal di quella vecchia volpe di Arsène Wenger, un mago del mestiere, infatti l’allenatore francese ci aveva visto bene. I Gunners sono una squadra completa, che vanta tra le fila giocatori del calibro di di Pires, Henry, Bergkamp, solo per fare alcuni nomi.

e molti altri. La dirigenza del club londinese si muove per tempo, sbaragliando la concorrenza delle altre squadre che avevano abbozzato contatti con l’entourage dell’attaccante svedese.

 

Zlatan Ibrahimovic con la maglia del Malmo – Photo by Pinterest

Il grande rifiuto

 

Ibrahimovic, entusiasta di giocare nell’Arsenal, accetta l’offerta dei Gunners e le due parti sono pronte ad incontrarsi, mancano solo alcune scartoffie burocratiche e vanno limate alcune cifre sulle clausole dell’ingaggio. Londra è la città del calcio, l’Arsenal è una delle squadre top e la Premier League è il sogno del cassetto di ogni giovane calciatore. Ci sono tutti gli ingredienti per un mix esplosivo, con i tifosi che scalpitano e non vedono l’ora di vedere Zlatan sul prato di Highbury.

 

Ibrahimovic sceglie la maglia numero 9, e dopo i classici convenevoli posa con la maglia del club, sembra tutto pronto. Ma proprio sul filo di lana ecco l’inconveniente che non ti aspetti: lo svedese non è convinto, qualcosa è andato storto e l’operazione rischia di andare in fumo.

 

Arsène Wenger, come da prassi, invita l’attaccante a prendere parte al classico primo allenamento per poter valutare meglio le sue caratteristiche. Il giovane Zlatan ha già le idee chiare e, nonostante i suoi diciotto anni, declina il gentile invito dell’allenatore francese. Wenger la prende male, ma Ibrahimovic non vuole sentire ragioni: ”Io non faccio provini, o mi prendi o non mi prendi, non sono qua per perdere tempo”. Zlatan non fa provini e anche davanti alla figura sacra di Arsène Wenger il giovane svedese non vuole sentir ragioni.

 

La trattativa salta in maniera clamorosa, il ricordo di Zlatan con la numero 9 dell’Arsenal rimane solo un lontano ricordo, una foto sbiadita e il rimpianto (per entrambe le parti) di quello che sarebbe potuto essere. Una cosa è certa: vedere Zlatan Ibrahimovic sul prato di Highbury non sarebbe stato niente male.

 

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