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il panettiere di Stoccarda che scombinò il Nord Londra

Jürgen Klinsmann con la maglia del Tottenham – Photo by planetfootball.com

Stoccarda

Göppingen è un piccolo comune tedesco di circa sessantamila abitanti che dista una quarantina di chilometri dalla più popolosa Stoccarda. Proprio da queste parti il 30 Luglio 1964 nacque Jürgen Klinsmann. Gli appassionati di calcio italiano lo ricorderanno sicuramente con la maglietta nerazzurra e sponsor Misura. Il tedesco dalla bionda capigliatura arrivò nella Milano nerazzurra nella calda estate del 1989 per circa tre miliardi delle vecchie lire,proprio dallo Stoccarda. Il promettente Jürgen iniziò a tirar calci al pallone da giovanissimo, all’età di otto anni iniziò a giocare nel TB Gingen, squadra amatoriale con sede nella piccola cittadina di Gingen an der Fils. Quel giovane funambolo realizzò addirittura sedici reti in una sola partita attirando le attenzioni di molti osservatori. All’età di quattordici anni Klinsmann cambiò aria e si trasferì a Stoccarda, dove il padre decise di aprire una panetteria.

 

 

Il profumo del pane

 

Il calcio era un passione travolgente ma nella Germania degli anni ottanta era importante avere un mestiere e basi solide per il futuro, così il giovane Jürgen (spinto dal volere paterno) continuò l’apprendistato per diventare un panettiere e nel 1982 superò l’ultimo esame. Il profumo del pane al mattino presto e quello dell’erba secca dei campetti da calcio di Stoccarda condussero il tedesco verso un bivio. La strada era già tracciata da tempo e nonostante l’apprendistato e il mestiere di papà, Klinsmann firmò il suo primo contratto da professionista con lo Stuttgarter Kickers all’età di diciassette anni. La consacrazione arrivò nel 1984 con il passaggio allo Stoccarda e l’esordio tra i grandi della Bundesliga. La prima annata fu incredibile e bomber Jürgen timbrò il cartellino per ben quindici volte. Dal 1984 al 1989 Klinsmann mise a segno 79 reti in 156 partite con la maglia dello Stoccarda. Una delle marcature impresse nella storia fu senza dubbio la rovesciata nella stagione 1987/1988 in un match contro il Bayern Monaco.Valanghe di gol e quella chioma bionda che spinsero l’Inter a mettere sul piatto quei famosi tre miliardi di lire.

 

 

Milano

 

Con il club meneghino l’ex attaccante dello Stoccarda vinse una Supercoppa italiana e perse una finale di Coppa UEFA. Le luci di San Siro e la nebbia di Milano offuscarono le prestazioni della punta tedesca, che con la maglia nerazzurra totalizzò 95 presenze andando a segno 35 volte. Il ruolino di marcia non proprio entusiasmante spinse Jürgen verso la Spagna, sponda Real Madrid. L’affare con il club madrileno subì qualche intoppo e non si concluse nel migliore dei modi, così Klinsmann sbarcò nel Principato di Monaco accasandosi al Monaco.

 

Jurgen Klinsmann con la maglia del Tottenham – Photo by Pinterest

 

La fama di simulatore

 

Dopo due anni in terra monegasca l’attaccante salutò la Francia per volare Oltremanica e vestire la casacca del Tottenham. La neonata Premier League (un tempo First Dvision) accolse il tedesco con un po’ di scetticismo. Era l’estate del 1994 e Klinsmann, per due milioni di sterline approdò nel Nord di Londra, per vestire la casacca degli Spurs. I tabloid londinesi non persero tempo per etichettare Jürgen come grande attaccante, ma con la fama di simulatore. L’avventura di Klinsmann in quel di Londra non iniziò nel migliore dei modi e gli stessi tifosi Spurs nutrivano dubbi riguardo l’investimento del club. L’attaccante faceva anche parte della nazionale tedesca, che nel 1990 eliminò l’Inghilterra dalla semifinale dei Mondiali, motivo ulteriore che non rendeva particolarmente affabile il bomber tedesco. Quasi ad accendere la miccia, Jurgen non tentò certo di stemperare gli animi, mimando una simulazione durante le prime esultanze in maglia Tottenham. Il mix di arroganza e ironia fu il giusto atteggiamento, che pian piano fece ricredere gli scettici attenuando le polemiche. Le 21 marcature in 41 partite con la maglia dei londinesi ridiedero credibilità all’investimento del Tottenham, con cui Klinsmann esordì il 20 Agosto del 1994 contro lo Sheffield Wednesday; l’attaccante impreziosì la prima presenza con una bella incornata di testa che valse la vittoria dei suoi.

Jürgen Klinsmann con la maglia del Tottenham – Photo by planetfootball.com

 

La rivincita

I giornali più critici si rimangiarono in parte la parola, tramutando i titoloni e le critiche iniziali in apprezzamenti verso il bomber degli Spurs, uno su tutti una copertina del The Guardian che recitava:“Perché amo Jurgen Klinsmann”. Al termine della stagione 1994/1995 Klinsmann fu eletto dalla Football Writers Association giocatore dell’anno, entrando di diritto nella Hall of fame del Tottenham Hotspur. Per lui ci fu anche un posto speciale nel Museo delle cere di Madame Tussauds. Dopo un anno all’ombra di White Hart Lane, Klinsmann tornò in patria per vestire la casacca del Bayern Monaco, nel 1997 la nostalgia per il bel paese lo portò a firmare per la Sampdoria. Con la squadra di Genova non lasciò certo un ricordo indelebile e la seconda vita a Londra (1998) sempre sponda Tottenham fu l’occasione per l’ultimo saluto ai tifosi Spurs, prima del ritiro dal calcio giocato, preceduto nell’ultima fugace esperienza negli Stati Uniti.

 

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