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Se famo er terzo ve vengo sotto la curva

Carlo Mazzone sotto la curva orobica - Photo by Pinterest

Atmosfera da Champions League

Il 30 Settembre 2001 è una data sacra nell’almanacco del pallone, infatti è impossibile dimenticare quella corsa di Carletto Mazzone sotto la curva dei tifosi atalantini. Il proverbiale: “Se famo er terzo ve vengo sotto la curva” è una delle frasi più celebri e amate dagli appassionati, a prescindere dai colori e dal tifo. Al Rigamonti di Brescia va in scena il derby tra Brescia e Atalanta, valido per la quinta giornata della Serie A 2001/2002. Derby teso diretto dal signor Pierluigi Collina, spalti gremiti e atmosfera da Champions League.

Atalanta padrona del derby

I padroni di casa partono all’attacco e provano a saltare la mediana avversaria con dei lanci lunghi, proprio da una sventagliata arriva il vantaggio delle Rondinelle. Roby Baggio si fionda su un suggerimento lungo e con classe immensa impatta la sfera al volo e con il piatto sinistro la deposita sul secondo palo. Siamo al minuto 24 e Mazzone non si scompone, ma esulta con signorilità, la partita è ancora lunga. E infatti la gioia dura il tempo di rimettere la palla al centro, passano tre minuti e la Dea pareggia con Luigi Sala che infila l’estremo difensore Luca Castellazzi.  Il Brescia si scompone e al 29′ Cristiano Doni si mette in proprio (con la specialità della casa), tiro dai venticinque metri che si infila sotto la traversa. Il capolavoro fa impazzire il pubblico bergamasco che fa tremare le gradinate dello stadio. Carletto mastica amaro, ha un brutto presentimento, e da buon profeta dice ai suoi di tenere alto il baricentro ma al 45′ arriva la rete che taglia le gambe ai suoi. Gianni Comandini salta in cielo e raccoglie un cross che arriva dalla destra, incornata prepotente che trafigge il portiere.

 

Roberto Baggio con la maglia del Brescia – Showssport.me

 

Il Divin Codino

Il secondo tempo di questo derby sarebbe una sceneggiatura perfetta per qualsiasi regista, un copione da oscar che inizia con i tifosi orobici, sicuri del risultato, che intonano dei cori non proprio amici nei confronti di Carlo Mazzone. La lancette del cronometro scorre inesorabile, il tempo passa e l’Atalanta non rischia nulla congelando il possesso del pallone. Ma il Brescia ha quel numero 10 con il codino, il Divin Codino; Baggio si carica la squadra sulle spalle e a quindici minuti dalla fine protegge palla come un attaccante di due metri, aspetta il momento propizio e da due passi mette dentro. Il gol che accorcia le distanze è una manna dal cielo, Mazzone si carica come non mai e guarda in cagnesco verso il settore occupato dai tifosi atalantini. Ed eccoci al famoso “Se famo er terzo ve vengo sotto la curva“, che forse nessuna prende sul serio.

 

Lo sfogo di Carletto Mazzone – Photo by I am calcio

 

La corsa sotto la curva di Carlo Mazzone

Il derby sembra ormai in mano agli ospiti, con gli 11.000 del Rigamonti che sono già preparati a metabolizzare la sconfitta ma al novantesimo succede l’imponderabile. Il Brescia guadagna un calcio di punizione sul versante sinistro, appena fuori dall’area di rigore. La posizione è defilata e ovviamente sulla palla si presenta il numero 10. L’area di rigore è il caos, il portiere è coperto da una selva di gambe. Parte il destro di Roberto, palla lenta ma insidiosa che finisce dritta dritta sul secondo palo, rete! 3-3. Le prime immagini inquadrano il difensore Calori, pensando ad una spizzata, ma il gol è di Roby Baggio. La tripletta del codino scatena Carlo Mazzone, che come un centometrista inizia a correre, nessuno riesce a tenerlo, compreso il vice Leonardo Menichini, lo stadio ribolle come una pentola a pressione e Carletto arriva sotto la curva dei tifosi orobici, rei di averlo offeso. La gente non crede ai propri occhi, ma il Brescia ha pareggiato e Mazzone, sotto la curva, ci è andato per davvero. Dopo la sfuriata Carlo si ricompone, si sistema i pochi capelli e si aggiusta il giaccone. Al centro del campo Collina lo aspetta, l’allenatore romano non protesta nemmeno e glissa dicendo: “Vado fuori”, in pratica si è espulso da solo. Il direttore di gara annuisce. 

Il 30 Settembre 2001 sarà ricordato come il giorno della corsa di Carlo Mazzone.

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