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Quando Cristiano Lucarelli disse no ai rubli russi

Cristiano Lucarelli - These Football Times

C’è chi dice no

 

Cristiano Lucarelli è uno degli ultimi romantici che hanno calcato i prati della Serie A. In barba ai contratti milionari e agli stipendi da Re, il buon Cristiano non è sceso a compromessi e proprio per quello la mattina del 12 Luglio 2006 disse no.

 

 

Il contratto

 

La maglia del Livorno incollata alla pelle, la sua gente stretta a lui e al pensiero che giocatori così passano una volta sola. La mattina del 12 Luglio Cristiano era pronto, aveva già preparato i bagagli per la partenza imminente. Lo Zenit San Pietroburgo aveva infatti recapitato un’offerta direttamente al giocatore, per cui era pronto un bel contratto triennale da tre milioni di euro netti a stagione. In aggiunta (come se non bastasse) i dirigenti del club russo offrirono al bomber livornese una villa di seicento metri quadrati e ovviamente un posto da titolare in uno dei club più emergenti d’Europa.

 

Cristiano Lucarelli con la maglia del Livorno – Photo by Goal.com

 

Quando i soldi non sono tutto

 

Lucarelli non era sereno, lo sguardo era corrucciato e l’espressione del futuro attaccante dello Zenit non era certo quella di un giocatore smanioso di indossare la nuova maglia. I soldi e la fama potevano aspettare, perché uno come Cristiano guarda oltre la siepe, in cui in primis la sua famiglia e il popolo amaranto contano molto più di una cascata di milioni.

 

 

Esultanza di Cristiano Lucarelli – Photo by Unionesarda.it

La conferenza stampa

 

La mattina proseguì in una direzione diversa rispetto a come tutti avevano pensato ed ecco che Lucarelli convocò familiari ed amici, e con l’assistenza del suo procuratore Carlo Pallavicino, organizzò una conferenza stampa lampo che si tenne all’Hotel Continental di Tirrenia. Giornalisti e addetti stampa non capirono cosa stesse succedendo ma Cristiano fugò subito i dubbi:” La mia non è un atto eroico: resto a Livorno perché non si sono verificate le condizioni ideali per partire. Se un giorno dovessi andare via, lo vorrei fare senza alcun strascico polemico. Da signore. Smentisco categoricamente di aver fatto pressioni sulla società per essere ceduto, ho solo avuto un momento di incertezza di fronte ad uno offerta come quella dei russi che comunque mi sono limitato a girare al presidente Spinelli. Per me i soldi non sono mai stati un problema e non lo sono certamente adesso, quindi mi fa male vedere che qualcuno insinua sulle mie qualità morali, parlando di me come un mercenario solo perché mi fermo a valutare un’offerta faraonica. Voglio comunque sottolineare che la scelta fatta tre anni fa mi rende felice, io vedo solo il Livorno e la maglia del Livorno.

 

 

Zenit, vorrei ma non posso

 

Lucarelli disse no ai rubli della Russia e rimandò gentilmente al mittente l’offerta, non mancando però di ringraziare la società dello Zenit: “Ringrazio il tecnico Advocaat e il presidente della squadra russa perché mi hanno fatto sentire considerato e stimato, un giocatore vero.

 

Cristiano Lucarelli

 

Lucarelli si unì ai compagni di squadra nel pomeriggio per raggiungerli nel ritiro di Dimaro, in Trentino. Cristiano Lucarelli ritrovò il suo posto al sole, con la maglia della sua città. Livorno nel cuore. Nel calcio di una volta c’erano ancora giocatori legati ai colori e alla maglia, che per amore di una tifoseria rifiutavano contratti milionari. Tratto da una storia vera: quando Cristiano Lucarelli disse no ai rubli russi.

 

 

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