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L’avventura di Attilio Lombardo con la casacca del Crystal Palace

Attilio Lombardo in maglia Crystal Palace - Football.london via Getty Images

 Popeye

 

Una Champions League, una Coppa Intercontinentale e due Supercoppe europee, questo basta e avanza per accendere gli animi dei tifosi del Crystal Palace, che nell’estate del 1997 abbracciano il mitico Attilio Lombardo. Il club del Sud di Londra lo vuole a tutti i costi e ritiene che il funambolo della fascia sia l’uomo giusto e iniziano i primi sondaggi per capire se ci sia margine di trattativa con la Juventus. Popeye, come veniva chiamato ai tempi della Sampdoria per la sua inconfondibile pelata, è quel tipo di calciatore vecchio stampo fatto a misura per il calcio inglese, dove tenacia e grinta sono qualità sempre molto apprezzate. La Juventus cede e Lombardo sbarca a Londra per per una cifra vicina ai sei miliardi di lire.

 

Attilio Lombardo ai tempi del Crystal Palace – Planetfootball.com via Getty Images

 

London Calling

 

Il Crystal Palace neo-promosso in Premier League si prepara al debutto nella massima serie e ovviamente Attilio parte nell’undici titolare. Le Eagles affrontano l’Everton in quel di Goodison Park il 9 Agosto 1997 e quella vecchia volpe di Lombardo (maglia numero 7) mette subito in chiaro le cose. Dopo uno scambio sullo stretto con Bruce Dyer, il numero 7 addomestica un pallone complicato e con una zampata delle sue deposita oltre la linea. Il gol di Lombardo si rivela decisivo ai fini del risultato finale che vede il Palace espugnare Goodison Park con il punteggio di 2-1. La rete al debutto infiamma i tifosi south-londoners che ergono subito il centrocampista italiano a leader della squadra, infatti il 31enne ex Juventus è un mix di esperienza e forza che sul rettangolo verde lo consacra anche come capitano.

A Settembre arriva la rete anche nel sentito derby londinese contro il Wimbledon e Lombardo, oltre i preziosi gol, regala numeri e prestazioni di alta scuola. Sulla fascia non ha eguali e all’occorrenza si rende duttile a ricoprire altre posizioni in campo, giocatore unico e grande professionista.

 

Attilio Lombardo con la casacca del Crystal Palace – Football.london via Getty Images

 

 

Giocatore e allenatore

 

Nonostante l’apporto di Lombardo le Eagles incappano in un periodo complicato e scivolano nei bassi fondi della classifica, il periodo negativo coincide con un brutto infortunio rimediato da Attilio durante un impegno con la nazionale italiana. Il Palace, orfano di Popeye per ben diciannove partite, crolla e non riesce a ritrovare la via della vittoria per ben dodici partite. Il passaggio di consegne tra il vecchio Presidente Ron Noades e il novo Mark Goldberg complica notevolmente la situazione e il neo-arrivato Goldberg decide di correre ai ripari, nominando Attilio Lombardo giocatore-allenatore del Crystal Palace.

 

 

Grande Capitano

 

Il Palace non riuscì a salvarsi e dopo una sola stagione ripiombò in Championship con tanti dubbi e una sola certezza, Lombardo non avrebbe abbandonato la nave che affonda, come dovrebbe fare ogni grande capitano. Il nuovo progetto che vede sulla panchina delle Eagles Terry Venables sembra iniziare nella maniera giusta ma ben presto sopraggiungono dei problemi finanziari, il club deve fare cassa e Lombardo è il primo grande e sofferto sacrificio. Attilio sveste la sua maglia numero 7 e ritorna in Serie A per vestire la maglia della Lazio. Dopo 49 presenze con la maglia del Crystal Palace Lombardo saluta Selhurs Park e quel tifo a cui ancora oggi è rimasto legato.

Attilio viene inserito nella hall of fame degli undici giocatori del secolo e il suo nome è stato impresso sul muro di quello stadio magico, che ha impreziosito la carriera del centrocampista italiano. Quando Attilio Lombardo torna dalle parti del Sud di Londra è sempre una festa.

 

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