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Cos’è il genio, Pep Guardiola

Pep Guardiola alenatore del Man City - Photo by Goal.com

Capolavoro di Guardiola

Pep Guardiola non finisce mai di stupire e contro il rivale di sempre Josè Mourinho ha forse dato la mazzata definitiva alla Premier League. Con otto punti di vantaggio su Man United e Leicester (rispettivamente seconda e terza in classifica) e tredici lunghezze sopra il Liverpool, il City rischia seriamente di ammazzare la lotta per il titolo di Campione d’Inghilterra. E tutto questo con una partita da recuperare. Niente male. Per gli avversari rischia di finire prima del previsto la rincorsa al primo posto, che sembra essere saldo nelle mani dei Citizens. La seconda doppietta consecutiva di İlkay Gündoğan, che di lavoro fa il centrocampista, è la dimostrazione straordinaria che Guardiola muta gli interpreti ma il risultato non cambia. Il giocatore tedesco agisce da falso nueve, togliendo qualsiasi punto di riferimento al Tottenham, confuso e sedotto dal palleggio dei padroni di casa.

 

A fari spenti

All’inizio della stagione si parlava addirittura di addio tra Pep e il City, ma il tecnico spagnolo non si è scomposto, è rimasto seduto in panchina a fare il suo mestiere, riuscendoci anche piuttosto bene. Il buon Pep non ha fiatato, ha inanellato una vittoria dopo l’altra, il Manchester City ha giocato a fari spenti per poi arrivare dalle retrovie, e quando nessuno se lo aspettava ha iniziato a farsi notare come un tempo, per poi conquistare la vetta.

 

Pep Guardiola festeggia con i suoi giocatori – Photo by SkySports

 

Sbaragliare la concorrenza

Le papabili al titolo erano tante, forse troppe, ma le spese pazze di Roman Abramovich avevano fatto ben sperare. I Blues di Frank Lampard hanno zoppicato per gran parte dell’autunno, ora si spera che la medicina Tuchel riporti il buon umore ma i londoners lotteranno per la qualificazione alla prossima Champions League. Il Leicester dei miracoli è rimasto tale, sia chiaro che la stagione delle Foxes è da applausi ma il primo posto sembra un miraggio. Vardy e compagni sono gli ingranaggi di una macchina quasi perfetta, quasi. Il Manchester United non era una pretendente al trono, ma passo dopo passo Ole Gunnar Solskjær ha creato quella flebile speranza, poi svanita dopo il pareggio in casa del WBA. La nota stonata suona dalle parti di Anfied Road, infatti il Liverpool è tornato sulla terra, e dopo la scorpacciata degli anni scorsi, pare essere già sazio. I ragazzi di Klopp non hanno tenuto il passo dei Citizens, e ora guardano i rivali dal basso verso l’alto.

 

IIkay Gungogan esulta con la maglia del Man City – Photo by The Guardian

 

L’ambizione più grande

Il campionato è ancora lungo e l’imprevedibilità della Premier riserva ancora tante sorprese. Le avversarie sperano che la capolista perda punti, magari distratta dalle gare di Champions. Il City meno spendaccione della storia rischia di essere paradossalmente quello più bello, con la squadra che costruisce dal basso (portiere compreso). Il condensatore dell’ Etihad Stadium è un mix di esperienza e gioventù, con Guardiola che aggiusta i dettagli anche sul 3-0 per i suoi. La perfezione e l’attenzione custodiscono sogni ed ambizioni, una su tutte si chiama Champions League.

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