La St. Andrew’s Church
File di case tutte uguali, tetti spioventi e comignoli fumanti che disperdono la fuliggine sulle strade per poi sciogliersi nelle pozzanghere sparse qua e là lungo Star Road, una lunga via situata nell’Ovest di Londra. Proprio qui nel 1879 alcuni fedeli della St. Andrew’s Church fondarono una squadra di calcio, il Fulham St. Andrew’s Sunday School.
Le prime luci dell’alba
Le prime luci dell’alba illuminano il sentiero fatto di foglie all’interno del Bishop’s Park, situato nel cuore di Fulham, un quartiere silenzioso e dormiente, che si trova nella zona più aristocratica della città. Le querce secolari che affollano la zona nascondono i tetti dei vecchi Cottage, che si scorgono da laggiù, dove l’acqua del Tamigi va a sbattere con veemenza sulla terra umida, provocando uno sciabordio che accompagna il rumore dei passi sulle foglie secche.
Il sole tramonta presto
Il sole tramonta presto e ci si deve affrettare per godere delle ultime ore di luce, specialmente nelle giornate in cui a Londra non piove, ma meglio dirlo sottovoce, con un certo timore reverenziale. Passando accanto alla St. Andrew’s Church ci viene in mente una storia che nasce da molto lontano, quando i fedeli di quella chiesa anglicana situata in Star Road fondarono una squadra di calcio formata interamente da gente del posto. I ragazzi del quartiere iniziarono a tirare i primi calci al pallone nel campo di Hurlingham Park, luogo diventato famoso negli anni per lo
sketch del gruppo comico britannico dei Monty Phiton, The 127th upper class twit of the year.
Un vecchio edificio abbandonato
Dopo una serie di vicissitudini storiche, intono al 1886 il club londinese, senza una fissa dimora, si trasferì a Ranelagh Ground, una struttura costruita nel 1600, che divenne celebre per aver ospitato Mozart all’età di nove anni, quando il futuro compositore era all’inizio dei suoi studi. Intorno al 1888 il club abbandonò il nome di Fulham St. Andrew’s Sunday School per diventare a tutti gli effetti il Fulham Football Club. Il Fulham, che necessitava di uno stadio più grande, investì quasi tutti i risparmi in un vecchio edificio abbandonato in mezzo a una coltre boscaglia, anno 1894. Il vecchissimo Cottage, risalente al 1780 e di proprietà del Barone Craven, fu integrato con le mura dello stadio e nel 1896 il Fulham giocò la sua prima partita nel mitico Craven Cottage, uno degli stadi più affascinanti del mondo.
Sir Arthur Conan Doyle
Come accennavamo qualche riga fa, il sole tramonta presto e ci si deve affrettare per godere delle ultime ore di luce, quindi ci affrettiamo a percorrere Stevenage Road, dove si respira l’aria di un’epoca diversa. Attraverso i mattoni a vista delle case vittoriane sembra di intravedere ancora Sir Arthur Conan Doyle guardare fuori da una delle finestre, in uno dei suoi viaggi lontano da Edimburgo.
Johnny Haynes
Allunghiamo il passo, fa buio presto, e l’imbrunire è dietro l’angolo, proprio come la statua di Johnny Haynes, che sbuca all’improvviso. Sfogliando un vecchio libro dalle pagine ingiallite acquistato qualche giorno prima al mercato delle pulci di Portobello Road, non si può non essere rapiti dalla storia del giocatore, leggenda del Fulham, nato a Kentish Town (nel borgo londinese di Camden), che collezionò la bellezza di 657 presenze con la maglia dei Cottagers, realizzando anche un discreto numero di reti, ben 158.
Il ciclista
Appena dietro la statua ecco sbucare il Cottage, incastonato tra le tribune dello stadio. Lo scorcio è di quelli che rapisce lo sguardo e mette in confusione lo stomaco per qualche secondo, giusto il tempo di un ciclista che ci risveglia dal nostro piccolo sogno con il suo campanello che ci fa sobbalzare. La magia di questo luogo si lascia accompagnare dalla musica del vento che fischia muovendo le foglie ingiallite, pronte a nascondersi per l’inverno, come quello del 2010, che da queste parti scrisse una delle più belle pagine della storia del Fulham. In quella sera del 18 Marzo il Fulham, allenato all’epoca da quella vecchia volpe di Roy Hodgson, stese la Juventus di Del Piero e Trezeguet, rifilando ai bianconeri quattro reti, che valsero la qualificazione ai quarti di finale di Europa League, ma questa storia ve la racconteremo un’altra volta.