L’incarnazione della classe innata
Dennis Bergkamp è l’incarnazione della classe innata. Giocatore sublime che danzava con il pallone tra i piedi e lasciava a bocca aperta compagni ed avversari. Le giocate da cineteca e i numeri da prestigiatore fecero innamorare l’esigente pubblico dell’Arsenal, che ancora oggi custodisce il ricordo di quel biondo olandese, tutto pane amore e fantasia.

I canali di Amsterdam
Giocare a pallone per le strade di Amsterdam con il rischio che la palla finisse in uno dei tanti canali. Lo sa bene Dennis Bergkamp che anni fa raccontava il suo primo approccio con quel meraviglioso sport chiamato calcio.
Fonti d’ispirazione
La famiglia era appassionata di calcio a tal punto da chiamarlo Dennis in onore di Denis Law, grande leggenda del calcio inglese e Pallone d’Oro 1964. Bergkamp ha sempre avuto come idolo quel Glenn Hoddle che fu mezzala del Tottenham e allenatore Nazionale inglese.
Sprazzi di grande calcio
Bergkamp inizia la carriera nei lancieri dell’Ajax in cui esordisce nella stagione 1986/1987, facendo subito intravedere sprazzi di grande calcio. Bergkamp diventa in poco tempo uno dei giocatori più rappresentativi dell’Ajax vincendo la classifica dei cannonieri per ben tre anni di fila. La sua carriera passerà da Milano ma l’Inter non lo valorizzerà a dovere e l’olandese che aveva paura di volare troverà pace in quel di Londra, con la prestigiosa maglia dei Gunners dove si consacrerà come uno dei più grandi interpreti dell’epoca, esibendosi spesso in gol meravigliosi e giocate d’alta scuola, proprio come faceva tra i canali di Amsterdam

La paura di volare
Nell’estate del 1994 il mondo del calcio si fermò per concentrarsi sui mondiali statunitensi di Usa ’94. Bergkamp volò negli Stati Uniti con la nazionale olandese per prendere parte alla competizione, ma prima del decollo il volo subì un considerevole ritardo a causa di un allarme bomba, che in seguito si rivelò falso. Come se non bastasse, poco prima che l’aereo atterrò sul suolo americano, l’aeromobile entrò in una sacca d’aria, che causò la caduta libera del velivolo per alcuni interminabili secondi. Da quel momento Dennis fu accompagnato dalla sua paura per tutto il resto della carriera, a tal punto che prima di firmare i contratti con i club dove è andato a giocare dovette valutare anche come andare in trasferta.