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Grappino, sigarette e Dario Hübner. Superlega? No, grazie.

Dario Hubner al Brescia - Photo by Transfermark

Il mondo del calcio si accorse di Dario Hübner

 

Il 31 Agosto 1997 il mondo del calcio si accorse di Dario Hübner, che all’esordio in Serie A, gelò il Giuseppe Meazza. Il bisonte di Muggia (bomber di provincia per eccellenza) con la maglia numero 11 sulle spalle, agganciò il pallone su un lancio dalla retrovie, controllò la sfera con esperienza e si esibì in una meravigliosa girata al volo di prima intenzione con il sinistro. Gianluca Pagliuca non poté fare nulla e il Brescia passò in vantaggio a San Siro contro l’Inter. Quella partita, oltre che per  l’esordio di Ronaldo e alla doppietta di Recoba, fu ricordata per il primo gol in Seria A a trent’anni suonati, del signor Dario Hübner.

 

 

Il bomber di provincia

 

In una ipotetica Superlega, il bomber di provincia che incantò a suon di gol soprattutto con le casacche di Piacenza e Brescia, si sarebbe sicuramente ritagliato un ruolo tutto suo. Già, ma non ditelo ai potenti del calcio, che tra business e denaro smaniano dalla voglia di avere in squadra i campioni pettinati, che si fanno lustrare gli scarpini prima di ogni partita.

 

Hubner al Piacenza – Photo by by Twitter.com

 

Comuni mortali

 

Dario Hübner di gol ne ha fatti, e anche tanti, ma aveva un modo tutto suo di approcciarsi alle partite. Campi fangosi, con le zolle mai al loro posto, i soldi c’erano anche per lui sia chiaro, ma Dario pensava prima a segnare e gonfiare la rete, poi come tutti si toglieva qualche piccolo vizio, gusto per godersi il weekend come ogni comune mortale.

 

 

Più provincia di questa

 

I primi calci al pallone con la maglia del Pievigina, poi il salto di qualità con il Pergocrema, per poi indossare la maglia del Fano e così via. Insomma, più provincia di questa.

 

Hubner e Ronaldo – Photo by La Gazzetta dello Sport

 

Un grappino e qualche sigaretta

 

Uomo vero, attaccante di razza e atleta straordinario che ha sempre difeso le sue scelte: “Quando fumavo lo facevo alla luce del sole, fumavo prima della partita e poi basta. Prima di scendere in campo nel sottopassaggio fumavo sempre. Giusto qualche tiro , mica tutta la sigaretta. Anche tra primo e secondo tempo, mi stemperava e mi rilassava. Anche il grappino mi piace, ma mica arrivavo ubriaco alle partite”.

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