Non è una Domenica come le altre
Domenica 31 Agosto 1997 Milano si sveglia con una voglia matta di calcio. La parte nerazzurra della città meneghina freme, scalpita e si prepara all’evento del secolo, ovvero l’esordio con la maglia interista del fenomeno Luis Nazario de lima Ronaldo. Lo Stadio Giuseppe Meazza si riempie di circa 62mila spettatori, impazienti di ammirare da vicino il nuovo acquisto che Massimo Moratti ha regalato ai tifosi dell’Inter.
Le formazioni
Gli ospiti allenati da Giuseppe Materazzi scendono in campo con una formazione coraggiosa, facendo intendere che venderanno cara la pelle. Tra i pali Giovanni Cervone, difesa con Alberto Savino, Marek Koźmiński, Luciano De Paola e Daniele Adani a chiudere il reparto; in mediana partono titolare i due fratelli Emanuele e Antonio Filippini, con Aimo Diana e Tal Banin a rinfoltire il reparto di centrocampo; Emiliano Bonazzoli e Dario Hubner terminali d’attacco.
L’Inter di Gigi Simoni si presenta con Gianluca Pagliuca a difesa della porta, Beppe Bergomi e Fabio Galante al centro della difesa con Javier Zanetti e Luigi Sartor in fascia; Aron Winter, Diego Simeone e Francesco Moriero in mediana con Youri Djorkaeff dietro la coppia d’attacco formata d Maurizio Ganz e l’uomo più atteso, Ronaldo.
Primo tempo
Come da copione l’Inter parte con il piede sull’acceleratore e solletica subito il pubblico di San Siro con una conclusione da fuori di Simeone che mette alla prova i riflessi di Cervone. Il Brescia si chiude e i padroni casa provano a sorprendere le Rondinelle con Beppe Bergomi, che stacca più in alto di tutti sugli sviluppi di un calcio d’angolo, palla a lato di poco. I ragazzi di Gigi Simoni pressano e finalmente sale in cattedra l’uomo più atteso che con quella maglia numero 10 semina il panico nella difesa avversaria, Ronaldo porta a spasso tutta la retroguardia bresciana ma Cervone nega la gioia del gol al Fenomeno. Inter ancora a trazione anteriore, ma anche il colpo di testa di Fabio Galante trova pronto e reattivo l’estremo difensore del Brescia. La porta sembra stregata.
Dario Hubner
Nella ripresa stesso copione con la squadra milanese che tiene in mano il pallino del gioco, ma il Brescia si difende bene e anche quando Cervone non ci arriva, ci pensa la traversa che trema su una punizione proprio di Ronaldo che manca il bersaglio grosso per una questione di centimetri. Il Fenomeno ci riprova a metà del secondo tempo ma il suo destro termina di poco alto. Al 70’ Simoni cambia qualcosa togliendo il numero 23 Maurizio Ganz e buttando nella mischia un giovane ragazzo uruguaiano che arriva dal National di Montevideo. Come spesso accade nel calcio la dura legge del gol, ovvero gol sbagliato gol subito vige anche in quel di San Siro e il 30enne Dario Hubner al 73’ decide che è il momento di gelare il Meazza. Il bomber del Brescia controlla un pallone difficile fuori area e con il destro in girata al volo di sinistro, fredda Gianluca Pagliuca che non può evitare il peggio. Brescia in vantaggio e primissimo gol in serie A per il numero 11.
El Chino Recoba
La partita sembra ormai compromessa, l’Inter non riesce a scalfire la difesa bresciana e la palla non vuole entrare. Ricordate il giovane ragazzo entrato in campo al posto di Ganz? Bene. Alvaro Recoba non ci mette molto e al 79’ da più 40 metri stoppa un pallone scocca un siluro di sinistro terra aria che si infila sotto l’incrocio dei pali. Assurdo, folle, incredibile. Il numero 20 ristabilisce la parità con una rete da pazzi. Lo stadio esplode e spinge i propri beniamini verso l’area avversaria alla ricerca della rete dei tre punti; il Brescia arretra e l’Inter cerca il pertugio giusto per bucare la difesa delle Rondinelle.
Sinistro
El Chino, chiamato così per i tratti del volto simili a quelli orientali, si ripete incredibilmente a tre minuti dalla fine. Il direttore di gara assegna un calcio di punizione in favore del club meneghino ma la distanza è considerevole e nulla fa pensare a una condizione diretta verso la porta. Recoba si prende la zolla e prende la rincorsa da 40 metri, fiato sospeso e barriera pronta a saltare; El Chino parte e colpisce con il sinistro, la palla forte e precisa si infila sotto l’incrocio dei pali. La doppietta del neo-entrato è come nella PlayStation e la rete del 2-1 è una perla rara, che fa tremare uno stadio intero. Gol da rivedere almeno 100 volte.
Non è stata una partita come le altre
Il 31 Agosto 1997 tutti aspettavano il fenomeno brasiliano e invece San Siro impazzì per quel il 21enne con i capelli a caschetto che aveva sulla schiena il numero 20. Quel pomeriggio ci fu anche la prima rete in Serie A di quella vecchia volpe di Dario Hubner, probabilmente il bomber di provincia più forte di sempre. Quell’Inter – Brescia non è stata una partita come le altre.