Gli inizi
Quel ragazzino gracile e timido che arrivò in Italia dal Vasco da Gama è cambiato. In quel di San Siro ammirarono Philippe Coutinho agli inizi del suo percorso quando il talento del brasiliano stava appena sbocciando, ma non era abbastanza per convincere l’Inter a trattenere il brasiliano.
Milano-Liverpool
L’Espanyol fu una parentesi volta a consacrare il campioncino che però ritornò in Italia sempre a Milano per riprendersi il palcoscenico milanese. L’Italia non seppe valorizzare Coutinho che forse a sua volta non si adattò mai a pieno, la logica conseguenza fu la cessione al Liverpool che aveva bisogno di fantasia e piedi sudamericani.
La chiamata dalla Baviera
Da Anfield al Camp Nou il passo è breve e Philippe stregò la dirigenza blaugrana che consegnò nelle mani di Coutinho il prezioso encomio di poter giocare nella squadra di Messi. Nella carriera del giocatore mancava solo il Bayern Monaco e nel 2019 arrivò anche la chiamata dalla Baviera.
La platea del Villa Park
Dopo l’esperienza in Bundesliga però Philippe Coutinho ha incrociato un periodo buio, il giovane talento diventato uomo non è sempre riuscito ad impattare alla grande e le critiche non lo hanno mai risparmiato. L’occasione del riscatto è arrivata nel mercato di Gennaio con il nuovo Aston Villa di Steven Gerrard che ha individuato proprio in Coutinho l’uomo da cui ripartire. Philippe ha preso per mano i Villans e la platea del Villa Park a suon di gol e assist.
Passato, presente e futuro
Il brasiliano, che con la maglia del club di Birmingham sembra rigenerato, durante un’intervista rilasciata ad AS, ha parlato di passato, presente e futuro: “Il mio è stato un percorso di alti e bassi, di pazienza e determinazione, che ho attraversato per tornare a fare ciò che amo di più, sempre supportato dalla mia famiglia e dai miei amici. Oggi posso dire con gioia che quel momento è alle spalle. Come ho detto, è stato un processo lungo e impegnativo. Grazie a Dio e ai professionisti che mi hanno accompagnato. La nazionale?
Mi sento rispettato, tutto lo staff medico e tecnico mi è stato molto vicino, mi sono sempre sentito a mio agio nella nazionale brasiliana e la loro attenzione per me è qualcosa che mi ha motivato ancora di più a volere nuovi traguardi con questa maglia. Brasile favorito per il mondiale? Se chiedi fuori dal Brasile, penso che difficilmente troverai qualcuno che non metta il Brasile tra i candidati per vincere la prossima Coppa del Mondo. Siamo venuti da due anni di buoni risultati, anche se c’è sempre spazio per migliorare, e la nostra intenzione è di arrivare in finale con il miglior livello possibile dell’anno”.