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L’incontro Guardiola-Velasco

“Alla fine della mia carriera, quando ho lasciato il Barcellona dopo undici anni, sono andato in Italia. E un giorno, mentre ero a casa a guardare la tv, rimango impressionato da un’intervista: era l’allenatore del mitico team di pallavolo della nazionale italiana Julio Velasco. Sono rimasto affascinato dalle cose che ha detto e da come le ha dette, così alla fine ho deciso di chiamarlo.
Mi sono presentato: ‘Signor Velasco sono Pep Guardiola e mi piacerebbe invitarla a mangiare’. Lui rispose positivamente e così andammo a pranzo. Mentre parlavamo mi rimase bene in mente un suo concetto: ‘Pep, quando deciderai di allenare dovrai avere chiarissima una cosa: non provare a cambiare i giocatori, i giocatori sono come sono. Ci hanno sempre detto che per il coach tutti i giocatori sono uguali, ma questa è la bugia più grande che esista nello sport. La chiave di tutto è saper toccare il tasto giusto. Nei miei giocatori di pallavolo per esempio c’è qualcuno a cui piace che gli parli di tattica e così stiamo 4/5 ore a parlarne, perché so che adora farlo. Qualcun altro invece dopo 2 minuti già si è stufato perche’ non gli interessa e non vuole parlarne più. Oppure qualcuno ama che parli di lui davanti alla squadra: del gruppo, delle cose buone o cattive, di tutto, perché così si sente importante. Altri no, non lo amano affatto, quindi portali nel tuo ufficio e digli quello che gli devi dire in privato. Questa è la chiave di tutto: trovare il modo.
E questo non sta scritto da nessuna parte. E non è trasferibile.
Ecco perché è così bello il nostro mestiere: le decisioni che ieri sono servite, oggi non servono più’…”
Pep Guardiola

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