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I sei mesi di Alvaro Recoba a Venezia

31 Agosto 1997

Domenica 31 Agosto 1997 Milano si sveglia con una voglia matta di calcio. La parte nerazzurra della città meneghina freme, scalpita e si prepara all’evento del secolo, ovvero l’esordio con la maglia interista del fenomeno Luis Nazario de lima Ronaldo. Lo Stadio Giuseppe Meazza si riempie di circa 62mila spettatori, impazienti di ammirare da vicino il nuovo acquisto che Massimo Moratti ha regalato ai tifosi dell’Inter. L’avversario, il Brescia, è una brutta gatta da pelare e come volevasi dimostrare gli ospiti passano in vantaggio con la rete del numero 11 Dario Hübner che sblocca il risultato a favore delle Rondinelle. Gigi Simoni butta nella mischia un giovane ragazzo che indossa la maglia numero 20, Alvaro Recoba. Il giovane uruguaiano non ci mete molto e sfodera tutte le sue qualità con una doppietta: due missili dalla distanza che si infilano sotto l’incrocio dei pali e regalano la vittoria ai nerazzurri.

 

Ronaldo e Recoba (con la maglia de Venezia) – Photo by Twitter.com

Venezia

Nonostante la doppietta all’esordio in quella partita epica contro il Brescia, Recoba in quella stagione si accomoda spesso in panchina e la casella delle marcature non si aggiorna, infatti Recoba nella prima stagione interista metterà a segno solamente tre reti. E così nel Gennaio del 1999 l’Inter decide di privarsi del mancino dell’uruguaiano che viene girato in prestito al Venezia che lotta per raggiungere un’insperata salvezza.

El Cino Recoba sbarca nella laguna

Prestito secco per sei mesi, giusto il tempo di salvare il Venezia e tornare a Milano per giocarsi le proprie carte e convincere tutti che Alvaro può giocare da titolare anche nell’Inter di Ronaldo. Maurizio Zamparini, all’epoca presidente degli arancioneroverdi, regala ai tifosi veneziani un giocatore di assoluto talento e classe sopraffina che diventa subito l’idolo del Penzo.

 

Quando il calcio era degli Ultimi Romantici

Il giovane Recoba veste la maglia numero 11, rigorosamente a maniche lunghe e dentro i pantaloncini, veccia maniera. Per non farsi mancare nulla scarpini neri come la pece. Insomma un giocatore d’altri tempi, tipica reincarnazione di fine anni novanta, quando il calcio era ancora degli Ultimi Romantici.

El Cino Recoba con la maglia del Venezia – Photo by Pinterest.com

14 Marzo 1999

El Cino prende le redini della squadra e partita dopo partita prende per mando il Venezia conducendolo verso una tranquilla salvezza, cosa che a inizio campionato era solo un tenero miraggio. Le dieci reti in diciannove presenze lasciano tutti estasiati, in particolar modo la tripletta messa a segno il 14 Marzo 1999 contro la Fiorentina di Gabriel Omar Batistuta.

Punizione di Recoba contro la Fiorentina (14 marzo 1999) – Photo by Corriere.it

Quel mancino a rientrare

Gol su punizione, reti da cineteca, assist, dribbling e numeri sudamericani, la Laguna (anche se solo per sei mesi) si è goduta uno dei giocatori più forti dell’epoca in quel preciso momento storico. El Cino era libero di fare, svariava dalla trequarti in poi e scartava avversaria come fossero birilli, un piacere per gli occhi.

Dopo sei mesi fece ritorno all’Inter ma quei sei mesi a Venezia rimarranno per sempre uno spaccato di vita meraviglioso, in cui un giovane uruguaiano fece impazzire i gondolieri veneziani, che si innamorarono sin da subito di quel mancino a rientrare.

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