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Dalla Provincia alla Baviera: la storia di Ruggero Rizzitelli

E27-26/04/97-MONACO-SPR: CALCIO; GERMANIA; BAYERN MONACO-DUESSELDORF 5-0. L' italiano del Bayern Monaco Ruggero Rizzitelli (C) tra il compagno di squadra Mario Basler (2/o da sin. dietro) e gli avversari del Duesseldorf (da sin) Igor Dobrowolski, Rudi Istenic e Thomas Seeliger durante la partita di campionato di oggi, vinta alla grande dal Bayern per 5-0. PAL FRANK MAECHLER / ANSA

I primi calci al pallone

Nasce a Margherita di Savoia il 2 Settembre 1967 e sin da piccolo rincorre quel pallone preso a calci per passione. La prima occasione per mettere in mostra le proprie doti arriva con la maglia del Cesena, all’età di soli tredici anni.

Serie B

Ruggero Rizzitelli parte dal basso, giocando nelle giovanili e affrontando la classica trafila di tutte le serie minori, trampolino di lancio per l’esordio in Serie B nel 1986. Il Cesena conquista una storica promozione in Serie A e Rizzitelli coglie la palla al balzo, come s suol dire e l’anno dopo debutta nella massima serie del campionato italiano.

Rapace d’area

Attaccante che sin dalla giovane età dimostra di essere un rapace dell’area di rigore, attaccante di razza come pochi, che non manca quasi mai all’appuntamento con il pallone. La Roma investe quasi sei miliardi delle vecchie lire e decide di portare Ruggero nella Capitale nel 1988. L’affare va in porto anche grazie allo scambio di cartellini che coinvolge Sergio Domini e Massimo Agostini.

Rizzitelli alla Roma – Romadailynews.it

Roma, piazza difficile

Roma sembra la piazza giusta ma la continuità del giocatore viene più volte messa in discussione dalla piazza, che tra radio e giornale soffia sul caviglie e mete pressione all’attaccante che in sei stagioni va a segno ventinove volte. Una Coppa Italia (1991) e un Coppa UEFA (1991) non bastano e i giallorossi decidono che il momento del grande addio.

L’uomo dei derby

Il 1994 è l’anno della svolta e Ruggero prepara i bagagli per trasferirsi all’ombra della Mole. Il Torino lo vuole a tutti i costi e Rizzitelli sposa la causa granata sin da subito. Il bomber viaggia con una media di quindici reti a stagione, risultando decisivo soprattutto nei derby contro la Juventus.

Ruggero Rizzitelli con la maglia del Torino – Photo by Calcio.fanpage.it

Il telefono squilla

Torino è una città fatta su misura per Ruggero e il Toro è l’esperienza più gratificante della carriera, almeno sino a quel momento. Ma nell’estate del 1996 il telefono squilla con insistenza. Ruggero tentenna, da una parte c’è il Torino, che nonostante i suoi gol non è riuscito ad evitare la rovinosa retrocessione in Serie B e dall’altra si presenta l’occasione della vita. L’allenatore Giovanni Trapattoni lo chiama a gran voce per portarlo nel suo Bayern Monaco, Rizzitelli dice sì.

Ruggero Rizzirelli con la maglia del Bayern Monaco – Photo by Transfermarkt.com

Dalla Baviera alla provincia

Due anni di alti e bassi, due titoli vinti ( la Bundesliga 1996/1997 e la Coppa di Germania nel 1997/1998, undici gol all’attivo in quarantacinque presenze. Rizzi-gol come lo chiamavano in Italia, non incanta e i tifosi non lo amano certo alla follia, ecco perché una volta che il Trap lascia la Baviera, Ruggero prepara di corsa la valigia e si trasferisce in provincia per vestire la maglia del Piacenza, che lo acquista a parametro zero.

L’illusione del Garilli

Dal 1998 al 2000 arrivano trentadue presenze e una sola rete con la maglia piacentina e il Garilli si culla solo su una tenera illusione, infatti Ruggero Rizzitelli non è più quello di Torino e il ritorno a Cesena è la logica conseguenza di un’esperienza non proprio indimenticabile.

Welcome back

Siamo nell’Ottobre del 2000 e al Cesena c’è fermento, il figliol prodigo torna a casa dopo tanto tempo e i tifosi sperano che Rizzitelli possa far riemergere dalle cenerei una squadra impantanata nelle torbide acque della Serie C1. Di reti ne arrivano sei in quindici presenze, le ultime su un rettangolo verde.

L’attaccante classe 1967 di Margherita di Savoia è il primo italiano a sbarcare in Baviera per vestire la gloriosa maglia del club tedesco, in un biennio fatto di goal e polemiche, trofei e delusioni.

Dopo aver incantato con Cesena, Roma e Torino, Rizzitelli convince il Bayern a puntare su di lui. Le 31 reti realizzate tra la stagione 1994/1995 e quella 1995/1996 con il club granata spingono Giovanni Trapattoni a portarlo in Germania a parametro zero dopo la retrocessione dei granata. L’ex attaccante giallorosso va a completare un reparto avanzato formidabile con Klinsmann, Zickler, Witeczek, Lakies e un giovane Carsten Jancker, 21enne prelevato dal Rapid Vienna.

Pagato 5,7 miliardi di lire più i cartellini di Domini e Agostini dal presidente Dino Viola, che riuscì a ottenere il sì del Cesena e strapparlo alla concorrenza della Juventus, Rizzitelli realizza il sogno di vestire la maglia della Roma, il club di era tifoso fin da bambino. Nella Capitale diventa un idolo dei tifosi, con il comico di fede giallorossa Stefano Masciarelli che gli dedica il famoso coro – che in poco tempo si trasforma in un vero e proprio tormentone –, “Rizzi-Rizzi goal”, nella trasmissione satirica ‘Avanzi’. Nel 1994, dopo una stagione tutt’altro che idilliaca, il rapporto con mister Carlo Mazzone è ai minimi storici: Rizzitelli decide a malincuore di lasciare dopo sei stagioni la squadra della Capitale e trasferirsi al Torino, dove vive il periodo più importante dal punto di vista della prolificità.

Un rendimento incredibile che convince il Bayern Monaco. Una chiamata quasi inaspettata di un club di caratura mondiale. Rizzitelli è tormentato e valuta attentamente lo scenario prima di accettare la sfida e intraprendere la nuova avventura:

Fui il primo italiano ad approdare in Germania: mi convinse Trapattoni. Non ero chiaramente preoccupato dal club, come si fa a dire no al Bayern Monaco? Mi dava pensiero il tipo di vita, il cibo, il clima. Nemmeno potevo chiedere a qualcun altro! Alla fine vinse l’entusiasmo del Trap” ha raccontato alla Gazzetta Regionale.

Arrivato in Baviera per vestire i panni di alternativa di lusso, l’attaccante pugliese riesce a ritagliarsi fin da subito il suo spazio agli ordini di Trapattoni. L’allenatore di Cusano Milanino lo fa esordire il 10 agosto 1996, nel primo turno di Coppa di Germania contro il Tennis Borussia Berlin, ma la prima rete arriva sei giorni più tardi, nel 2-1 in casa del St. Pauli. Sul cross di Basler – che poi firmerà il goal della vittoria – Rizzitelli anticipa tutti e con una perfetta torsione batte il portiere avversario per il momentaneo 1-1. Altra partita e altro goal cinque giorni più tardi. Questa volta Rizzitelli trafigge il portiere del Bochum nel pari all’Olympiastadion. Reti, ma anche spirito di sacrificio e adattamento. Rizzitelli ci mette pochissimo ad ambientarsi a Monaco di Baviera ed entra subito nel cuore di compagni di squadra e tifosi.

Ma i tempi cupi non tardano ad arrivare: tra febbraio e marzo, Rizzitelli vive il periodo più difficile della stagione. Il Bayern Monaco, saldamente al comando della classifica di Bundesliga, viene eliminato sia in Coppa UEFA per mano del Valencia di Aragonés nel primo turno sia in Coppa di Germania contro il Kralsruhe nei quarti di finale. L’ex attaccante di Cesena, Roma e Torino non riesce a incidere e viene utilizzato col contagocce. Lo scarso minutaggio lo tormenta, a tal punto da rilasciare delle dichiarazione contro Trapattoni, che gli costano una multa e le scuse a club, allenatore e compagni. L’episodio spinge il Trap a tornare sui suoi passi e puntare nuovamente su di lui. Rizzitelli chiude la stagione con 30 presenze e 7 reti, vincendo il suo primo Meisterschale, il secondo trofeo in carriera dopo la Coppa Italia con la Roma del 1990/1991.

In estate, l’addio al Bayern Monaco e il ritorno in Italia sembra cosa fatta. Le voci su una separazione tra Rizzitelli e il club teutonico sono insistenti, ma il calciatore smentisce e resta in Baviera. Un appuntamento solamente rinviato di un anno, quando “Rizzi goal” tornerà in Serie A per vestire la maglia del Piacenza. Nella seconda stagione al Bayern, gli addii di Klinsmann e Ziege, passati rispettivamente a Sampdoria e Milan, non favoriscono un impiego maggiore dell’ex idolo della Curva Sud, feudo del tifo caldo della Roma. L’arrivo di Elber dallo Stoccarda e l’esplosione di Jancker, che mette a segno 23 goal in stagione, spengono le speranze di Rizzitelli di giocare con continuità. L’annata, aperta con la vittoria in Coppa di Lega contro lo Stoccarda, termina con la vittoria della Coppa di Germania. Successi in cui non c’è la firma dell’attaccante italiano: la stagione si chiude con appena 5 reti all’attivo, troppo poco per chi aveva subito incantano i tifosi del Bayern.

A conti fatti, posso dire che feci una scelta maiuscola. Grandissima esperienza”.

Ruggiero Rizzitelli è il primo di una cerchia ristretta di italiani di nascita o d’origine che hanno vestito la maglia del Bayern Monaco. Dai più celebri, Luca Toni e Massimo Oddo, al meno conosciuto Antonio Di Salvo, fino a due pilastri del Bologna di oggi, Nicola Sansone e Roberto Soriano, entrambi cresciuti nel settore giovanile del club bavarese, senza dimenticare Diego Contento.

Arrivato nel 2007, un anno dopo la vittoria proprio in Germania del Mondiale con l’Italia di Lippi, Luca Toni è diventato un idolo dei tifosi, con tanto di inno ‘ad hoc’, la celebre canzone “Numero Uno”. L’ex Fiorentina realizza 38 reti in 60 presenze e vince la Bundesliga da assoluto protagonista con il titolo di capocannoniere, oltre alla DFB Pokal, la Coppa di Germania. Esperienza tutt’altro che indimenticabile per Oddo nella stagione 2008/2009, con una manciata di presenze, mentre per Di Salvo la grande chiamata arriva all’età di 20 anni. Il classe 1979 riesce, però, a giocare con continuità solo nella seconda squadra. La grande soddisfazione resta la presenza (una delle sei totali) in Champions League contro la Dinamo Kiev il 22 marzo 2010.

Se Diego Contento è riuscito a fare la trafila fino al debutto in prima squadra, collezionando 69 presenze tra il 2009 e il 2014, Soriano e Sansone non hanno vissuto l’emozione dell’esordio. Il primo ha scelto la Sampdoria nel 2009, mentre il secondo ha solo sfiorato l’ingresso in campo il 29 ottobre 2010, nel match casalingo contro il Friburgo. Per Sansone tante presenze (e goal) con la seconda squadra, fino alla decisione di tornare in Italia. Parma e l’Emilia nel suo percorso. Quasi lo stesso tragitto che riportò Rizzitelli da Monaco di Baviera in Serie A, nella vicina Piacenza, dopo aver conquistato il cuore dei tifosi del Bayern.

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