Calzettoni abbassati
Juan Sebastian Veron, per tutti la Brujita è stato uno dei giocatori più romantici di sempre, già perché con quella falcata lunga e i calzettoni abbassati rispecchiava l’emblema del centrocampista vecchio stampo, con quella dote tra genio e follia, comune solo ai campioni.
La Plata
La Plata è una città di quasi 800mila abitanti, a circa 70 km a sud-est di Buenos Aires ed è proprio qui che nel 1975 nasce il bambino prodigio Veron, che di andare a scuola non ne vuole sapere perché la passione per il pallone viene prima di tutto. Le periferie del sudamerica sono posti difficili, dove si cresce in fretta e molto spesso troppo in fretta. Juan Sebastian lascia definitivamente gli studi intorno al 1993, anno in cui alcuni osservatori dell’Estudiantes La Plata lo notano e gli propongono il suo primo contratto da calciatore, proprio come capitò al padre Juan Ramon tanti anni prima. La Brujita, in italiano la streghetta deriva proprio da Bruja, ovvero la strega, come veniva chiamato il papà.
Lampi di genio
Il giovane Veron lascia subito intravedere lampi di genio e qualità sopra la media grazie a quei piedi sopraffini e la visione di gioco eccelsa. Il centrocampo è l’habitat dell’argentino che dopo un pio di annate sbarca alla Bombonera per vestire la pretigiosa maglia del Boca Juniors. Con la casacca degli Xeneizes arrivano 18 presenze impreziosite da 4 reti. Le giocate di pregevole fattura illuminano il cielo di Buenos Aires e accendono ancora di più il tifo argentino, vedere giocare Veron è un piacere per gli occhi.
Welcome to Italy
Nel 1996 è tempo di preparare i bagagli e salutare amici e parenti, infatti quella vecchia volpe di Sven-Göran Eriksson mette sul piatto circa 6 miliardi di lire pur di accaparrarsi il giocatore, che sbarca in Italia, sponda Genova per vestire la maglia della Sampdoria. Con la casacca blucerchiata arrivano più di 60 presenze in due stagioni a Marassi e Veron incanta gli addetti ai lavori che seguono la Serie A. Juan Sebastian fa innamorare tutti gli appassionati che stravedono per quel giocatore che da del tu al pallone, sempre con quei calzettoni abbassati. Nel 1998 Veron lascia la Samp per accasarsi al Parma, squadra con la quale vince l’incredibile Coppa UEFA targata 1998/1999. L’argentino è il grande protagonista, insieme al connazionale Hernan Crespo della cavalcata del club emiliano sino alla finalissima di Mosca vinta3-0 contro il Marsiglia.
Un argentino nella capitale
Vedere giocare la Brujita è una meraviglia per gli occhi e i club di mezzo mondo iniziano a sondare il terreno per cercare di capire se ci siano gli estremi per strapparlo alla concorrenza. La Lazio, più lesta di tutti, si fionda sul centrocampista argentino e sborsa una cifra capogiro, pari a 60 miliardi delle vecchie lire. Con il club capitolino arriva la consacrazione definitiva, oltre a diversi successi come la Supercoppa UEFA, una Coppa Italia, una Supercoppa Italiana e il mitico Scudetto vinto nella stagione 1999/2000.
Luci e ombre in Premier League
Nel 2001 il talentuoso centrocampista saluta l’Italia per accettare l’offerta faraonica del Manchester United che tenta e seduce la Lazio con una cifra vicina agli 80 miliardi di lire. Con la maglia dei Red Devils non arrivano i risultati sperati e Veron fatica ad ambientarsi nella Premier League che però nel 2003 gli regala un’altra possibilità con la casacca del Chelsea. Il club londinese lo acquista per circa 22 milioni di sterline ma anche in maglia Blues la Brujita non entusiasma particolarmente e nonostante Claudio Ranieri lo abbia voluto fortemente, Veron decide di rientrare in Italia sbarcando a Milano, sponda nerazzurra.
Milano
Nella calda estate del 2004 l’argentino arriva all’Inter e il club meneghino lo mette subito al centro del progetto. Veron gioca con continuità e strappa sempre gli applausi di San Siro, risultando anche decisivo nella Supercoppa italiana vinta contro la Juventus il 20 Agosto 2005, grazie a un suo gol messo a segno nei tempi supplementari. Con la maglia interista Veron torna a giocare ad alti livelli, prima di lasciare per sempre il grande calcio europeo e ritornare in Argentina per giocare con la maglia dell’Estudiantes.
Il Presidente
Nel 2008 arriva la nomina come miglior giocatore sudamericano e l’anno dopo, caricandosi la squadra sulle spalle, guida il club verso la conquista della Copa Libertadores. Juan Sebastian Veron è un giocatore completo, unico e straordinario che danza sul campo e tocca il pallone con una leggiadria che evoca poesia. Nel 2011 arriva la nomina come direttore sportivo ma Veron ha nostalgia del rettangolo verde e prova l’esperienza con la squadra dilettantistica del Coronel di Brandsen, dove milita per alcuni mesi. L’apoteosi arriva nel 2013 quando la Brujita viene nominato addirittura Presidente dell’Estudiantes, ma Veron non vuole saperne di smettere e il richiamo del pallone lo spinge nuovamente verso i campi minori.
Ultimi romantici
Pur di inseguire e tirare ancora calci al pallone Veron gioca e si diverte con alcuni club di dilettanti ma il 23 Maggio 2017 arriva il giorno dei giorni, Juan Sebastian Veron si ritira dal calcio, lasciando un grande vuoto, perché la Brujita è stato uno di quei giocatori per ultimi romantici. Calzettoni abbassati e grandi falcate.