17 giugno 2001
Il 17 giugno 2001 la città di Barcellona è in fermento e il Camp Nou ribolle come una pentola a pressione. Tutti gli occhi sono puntati sulla squadra Carles Rexach, allenatore spagnolo proprio alla guida del Barcellona che ha disputato una stagione in chiaro-scuro. I blaugrana eliminati dalla Champions League sono riusciti ad arrivare sino alla semifinale di Coppa UEFA ma in campionato hanno faticato parecchio arrivando a ridosso del quarto posto, ultima piazza utile per la qualificazione alla prossima edizione della Champions League.
Il Valencia di Héctor Cúper
L’avversario, il Valencia allenato da Héctor Cúper, è in lizza per lo stesso obiettivo e ha bisogno di un solo punto per strappare il quarto posto ai blaugrana, ai quali invece servono obbligatoriamente i tre punti.
Le formazioni
Barcellona: Dutruel, Frank De Boer, Puyol, Barjuán, Cocu, Guardiola, Gabri, Rivaldo, Overmars, Simao, Kluivert
Valencia: Canizares, Pellegrino, Ayala, Fabio Aure, Angloma, Albelda, Baraja, Kily Gonzales, Angulo, Aimar, Carew
Vantaggio Barça
La partita inizia forte e il Barcellona spinge sin dai primi minuti, spinto anche dal pubblico di casa. Dopo appena tre minuti di gioco i padroni di casa hanno un’occasione su calcio di punizione che si incarica di battere Rivaldo. Neanche a dirlo: palla nel sacco, lo stadio esplode, vantaggio Barça.
Ruben Baraja
Al 25’ si accende Pablo Aimar e l’assist per Ruben Baraja è un cioccolatino da scartare che il numero 19 del Valencia trasforma in oro. Pareggio degli ospiti e 1-1. Partita bellissima, vibrante, al cardiopalma.
Uno-due
Il Barcellona spinge e il Valencia prova a fare muro e ripartire, ma Rivaldo è in giornata di grazia e al 45’ ristabilisce le distanze riportando i suoi in vantaggio. Trascorrono appena due minuti e Baraja, l’uomo della provvidenza, riagguanta il Barcellona mettendo a segno la doppietta personale che vale il 2-2 e la momentanea qualificazione per il Valencia alla prossima Champions League.
Il Camp Nou rumoreggia
Il tempo passa inesorabile, le lancette dell’orologio avanzano alla velocità della luce, i minuti corrono e il Camp Nou rumoreggia. Nell’aria serpeggia sconforto, nessuno sembra crederci più.
Sventagliate
La classifica condanno il Barça all’esclusione dalla prossima Champions League ed al momento vede i blaugrana qualificati alla Coppa UEFA in compagnia di Real Saragozza e Celta Vigo. La stagione risulterebbe così fallimentare e per cambiare le sorti dell’annata servirebbe un vero e proprio miracolo. Il Barcellona prova a sventagliare palloni nell’area del Valencia, ma la difesa della squadra di Héctor Cúper spazza via tutti i possibili pericoli.
La meraviglia
Mancano due minuti alla fine del match e i padroni di casa provano ad imbastire le ultime trame di gioco, Frank De Boer scavalca il centrocampo avversario con un lancio morbido, la palla arriva al limite dell’area ma nessuno puó controllare la sfera, nessuno se non Rivaldo. L’extraterrestre brasiliano si gira spalle alla porta, stoppa di petto con maestria e si esibisce in una rovesciata da cineteca. Palla che finisce dritta nell’angolino dove Canizares non puó arrivarci.
La gente non ci crede
La gente non ci crede, i compagni di squadra sono stupefatti, Rivaldo esulta, corre e si leva la maglia. Non ci sono parole, non ci sono aggettivi. La rovesciata di Rivaldo vale la tripletta personale e la rete del definitivo 3-2 che regala al Barcellona tre punti fondamentali in ottica Champions League.
Il comodino
Chi era allo stadio quella notte conserva ancora il biglietto nel cassetto del comodino, accompagnato dal ricordo di quella rovesciata che ha stravolto le leggi della fisica. Quel giorno Rivaldo fece emozionare tutti gli appassionati del pallone, forse un po’ meno i tifosi del Valencia.