Oleg Luzhny
Molti lo ricorderanno con la casacca dell’Arsenal di Arséne Wenger, con cui giocò dal 1999 al 2003. Anche Oleg Luzhny, come molti altri sportivi ucraini, ha deciso di arruolarsi per difendere il proprio paese, l’Ucraina, e proteggere la sua terra.
Dalla Dinamo all’Arsenal
Stupì tutti con la maglia della Dinamo Kiev nell’edizione della Champions League 1998/1999, terzino destro alla vecchia maniera con capacità di adattarsi anche come difensore centrale. Arrivò a Londra in punta di piedi ma pian piano riuscì ad inserirsi in un contesto non semplice, riuscendo a vincere svariati trofei, tra cui una Premier League.
Capitano coraggioso
Luzhny indossò anche la gloriosa fascia da capitano dell’Arsenal lasciando un bel ricordo nei cuori di quei tifosi, che oggi lo vedono scendere sul campo di battaglia per sostenere un ideale.
Le sirene suonano tre o quattro volte al giorno
L’ex capitano della nazionale ucraina durante un’intervista rilasciata al Mirror ha raccontato il suo stato d’animo in questo terribile momento: “Come tutti gli ucraini sono a difendere la nostra patria. La situazione è molto tesa, le sirene suonano tre o quattro volte al giorno, anche di notte. Le persone devono correre freneticamente nei rifugi, anche le donne con bambini piccoli, che non capiscono cosa sta succedendo. Sono terrorizzati, intere città e interi villaggi vengono bombardati e distrutti, le persone vengono private di gas, elettricità, acqua e cibo“.

Le sanzioni
Luzhny si è anche soffermato sulle sanzioni sportive inflitte da UEFA e FIFA nei confronti della Russia: “Sono d’accordo con tutte le sanzioni. Le persone che sono coinvolte nello sport fanno parte di una Nazione. Quando la nazione elegge il presidente, ha anche la responsabilità delle azioni del presidente eletto. Se stanno zitti, significa che sostengono ciò che sta accadendo: l’invasione di un paese pacifico“.