Partita corretta
La Lazio batte l’Inter 3-1 tra le mura amiche dello Stadio Olimpico. L’ex Simone Inzaghi torna a casa da avversario, ma il popolo laziale lo applaude e in Curva Nord compare uno striscione in suo onore. L’Inter passa in vantaggio dopo appena dodici minuti con Ivan Perisic, che dal dischetto non sbaglia. Lazio che pareggia nella ripresa, sempre su calcio di rigore con Ciro Immobile che spiazza Handanovic. Partita vibrante, combattuta ma corretta e senza particolari epidodi da censura, o falli al limite del regolamento.
Uomo a terra
Mai dire mai perché al minuto ottantuno (sul punteggio di 1-1) accade l’imponderabile e cambia vorticosamente la storia della partita. Di Marco viene atterrato a centrocampo da Lucas Leiva, il giocatore nerazzurro rimane a terra mentre Lautaro Martinez si invola verso la porta avversaria concludendo l’azione con un nulla di fatto. L’azione prosegue con Di Marco sempre a terra, Reina fa ripartire il gioco e la sfera arriva dalle parti di Felipe Anderson che, con l’uomo a terra fa finta di niente. Invano i giocatori dell’Inter invitano gli avversari a buttare fuori il pallone, l’azione prosegue con Immobile che calcia a rete, Handanovic respinge sui piedi di Anderson che da due passi mette dentro.
Post-partita infuocato
Negli attimi successivi al gol accade l’impomderabile: Dumfries placca l’autore del gol e lo strattona, Handanovic inferocito va a chiedere spiegazioni e scatta la rissa. Tutti contro tutti. Lautaro Martinez e Milinkovic-Savic arrivano quasi alle mani e gli animi si scaldano oltre il consentito. Volano cartellini galli, nessuna espulsione- L’aribtro Massimiliano Irrati fatica a tenere le redini del match.
Felipe Anderson è stato aggredito
Dopo il triplice fischio gli animi non si placano e, come prevedibile alcuni giocatori cercano ancora il contatto fisico e si scatena di nuovo il putiferio. Dopo partita incandescente con Maurizio Sarri che attacca l’Inter: “Felipe Anderson è stato aggredito: io sono stato squalificato per atteggiamento intimidatorio senza alzare un dito, mi aspettavo di veder volare qualche cartellino rosso“.