Domenica 3 ottobre
Domenica 3 ottobre si è giocata la partita tra Fiorentina e Napoli all’Artemio Franchi, ma dopo il triplice fischio si è parlato più di quello che è successo fuori dal campo, che della prestazione sul campo delle due squadre. Purtroppo, come spesso capita, i riflettori della cronaca si sono accesi per mettere in luce i classici “buu” arrivati dalla Curva Fiesole della Fiorentina all’indirizzo del difensore Kalidou Koulibaly.
Gli insulti vergognosi
I “tifosi”, evidentemente non contenti, hanno anche pensato bene di insultare Koulibaly con le solite frasi vergognose del tipo: “Scimmia di m***a”. La rabbia del calciatore era sfociata nell’immediato post-partita: “Questi soggetti non c’entrano niente con lo sport, andrebbero identificati e tenuti fuori da ogni manifestazione“. Al rientro negli spogliatoi Koulibaly aveva ricevuto le scuse del Direttore Generale della Fiorentina, Joe Barone, e successivamente aveva riferito riguardo il fattaccio con gli ispettori della Procura Federale in merito all’accaduto..
Le indagini
La stessa Procura ha aperto subito un’inchiesta e, come aveva fatto sapere tramite un comunicato ufficiale della Figc, la Questura di Firenze aveva esaminato tutte le immagini e gli audio della partita. I responsabili degli insulti saranno soggetti al Daspo, ovvero il divieto di entrare e/o partecipare a tutte le manifestazioni sportive.
Bisogna fare di più
Il Daspo non basta, bisogna fare di più. In tanti tuonano contro le pene poco esemplari, forse bisognerebbe guardare oltre la Manica e ispirarsi al modello inglese, dove più e più volte abbiamo visto gente andare in galera o finire agli arresti. Servono e urgono decisioni molto diverse.
Giorgio Chiellini
L’episodio ha smosso anche gli animi dei protagonisti che tutte le domeniche calcano il campo di gioco, tra tutti Giorgio Chiellini, che dopo l’accaduto ha detto la sua: “Dopo l’episodio di Firenze ho telefonato a Koulibaly per dirgli quanto mi sia vergognato di essere italiano. Servono leggi e regole da rispettare e applicare, ma se dovesse servire un gesto più forte anche da parte nostra io sono pronto”.