Mondiale a rischio
Il Mondiale dell’Italia è ufficialmente a rischio. Tutti abbiamo ancora negli occhi l’errore dal dischetto di Saka, la corsa degli azzurri verso il centrocampo. Wembley sembra già una vita fa, Wembley sembra un ricordo sbiadito nel tempo, Wembley è dove tutto è iniziato, Belfast (ieri sera) è l’inizio della fine.
2017
Non vorremmo mai più assistere alle scene apocalittiche con i nostri giocatori in ginocchio e affranti, come nel 2017, dopo la cocente eliminazione contro la Svezia che ci costò la partecipazione al Mondiale. No è solo un brutto sogno e noi al Mondiale in Qatar ci andremo.
Roberto Mancini
Lo ha detto anche Roberto Mancini dopo il triplice fischio, anche se lo 0-0 contro l’Irlanda del Nord non è un segnale incoraggiante. Con rispetto parlando, ma l’avversario di ieri sera era inferiore all’Italia di almeno tre o quattro spanne, considerando che gli irlandesi giocavano con giocatori provenienti in maggioranza dalla League One, la Serie C inglese.

Le colpe
I rigori sbagliati da Jorginho, la scarsa vena realizzativa dei nostri attaccanti e l’assenza di un vero numero 10 sono le cause che, secondo gli esperti, ci stanno spingendo verso il baratro. I play-off che si disputeranno a Marzo non saranno certo una passeggiata di salute e tanti temono il peggio.
Nessuno poteva immaginarlo
Dopo la vittoria dell’Europeo nessuno poteva immaginare un simile epilogo di 2021 anche se la qualità della rosa è sempre stata messa in discussione dalla stampa. Per la prima volta dalla sua gestione, il Ct Mancini finisce sotto accusa per le scelte messe in atto, sul banco degli imputati anche Jorginho che da possibile Pallone d’Oro è diventato il capro espiatorio. Difficile riprendersi dopo non aver aperto la porta principale della qualificazione, ora ci sarà da sudare ai play-off.

La Nazionale del Mancio
Dopo il trionfo di Wembley però bisogna anche credere nella Nazionale del Mancio, squadra che ha sbancato Londra e meravigliato il mondo del pallone. Serve riordinare le idee e magari scovare soluzione da qui a marzo, servono i gol e le geometrie. A Mancini il difficile compito di decidere se continuare con la Vecchia Guardia o tentare di inserire nuove leve, il rischio c’è in entrambi i casi.
In bocca al lupo.