Atlético Madrid – Manchester City
Atlético Madrid – Manchester City è stata una battaglia senza esclusione di colpi e come dimostrano i tredici minuti di recupero per l’arbitro non è stata certo una passeggiata. I padroni di casa, spinti da un Wanda Metropolitano she schiumava di passione, hanno cercato di aggrapparsi alle maglie degli avversari e cercare il pertugio giusto per cogliere di sorpresa gli inglesi. Gli ospiti hanno retto l’urto cercando di tessere trame di gioco in mezzo alla bolgia assordante del tifo spagnolo che ha provato a distrarre i Citizens.
Guardiolismo e Cholismo
Lo 0-0 premia il Guardiolismo e condanna il Cholismo con i Colchoneros che ci hanno provato fino all’ultimo, anche se gli ultimi scampoli di partita sono stati spezzettati con le lancette dell’orologio che hanno fermato il tempo.
La rissa
Tra un calcione di Felipe e la perdita di tempo di Phil Foden gli animi non ci hanno messo molto a scaldarsi, con Savic che ha dato una bella tirata di capelli a Grealish che dal canto suo non ha esitato a provocare. Come si suol dire in questi casi si è scatenato il parapiglia: dalla televisione sbuca una mano che prende per il collo l’esagitato Sterling, spintoni e testa a testa sono ordinaria amministrazione, e che al termine di tutto l’arbitro tiri fuori un solo cartellino rosso (Felipe) fa quasi sorridere.
L’intervento della polizia
Se il rettangolo verde diventa un ring, la scazzottata si sposta nel tunnel degli spogliatoi che diventa terreno fertile per regolare i conti, con l’intervento della polizia che richiama la memoria alle sfide del calcio sudamericano.
Pep
Le divergenze si spostano in sala stampa dove prima Guardiola attacca i giornalisti con una stilettata delle sue: “Siete voi che parlavate del ciclo di Simeone, tre o quattro mesi fa lo dicevate quando non riuscivano a vincere. Eravate voi, non attribuitelo a me. Io ho sempre avuto parole di elogio per questo club e questa squadra. Il Cholo può giocare come vuole“.
Cholo
E a proposito del Cholo, Simeone non tira indietro la gamba proprio come ai vecchi tempi: “Non ho dubbi nel sentirmi orgoglioso di questo Atlético perché lottiamo, perché gli altri sanno che lotteremo perché abbiamo i nostri metodi che sono buoni, cattivi, regolari che possono piacere e non piacere Ma noi lottiamo, lottiamo sempre”.