Gli inizi
Nel 1987 iniziò a tirar calci al pallone con la San Donato Tavernelle, qual ragazzo talentuoso, nato nella provincia leccese, aveva classe da vendere e un tocco di palla, che dall’alto dei suoi 168 centimetri in pochi potevano vantare. Mel 1992 provò a regalarsi il grande calcio con l’esperienza nelle giovanili del Milan, il calcio dei professionisti giunse nel 1996 con la maglia del Casarano, l’esperienza alla Ternana gli iniziò a regalare le prime soddisfazioni e la casacca del Perugia lo consacrò.
Classe e talento
Quando arrivò la chiamata della Juventus, Fabrizio Miccoli firmò di corsa e sbarcò a Torino con la consapevolezza di potersi giocare le proprie carte per guadagnarsi un posto da titolare. In bianconero per la concorrenza era spietata, ma Fabrizio realizzò comunque un bottino di otto reti collezionando ben venticinque presenze. Da Torino a Firenze, passando per l’incredibile esperienza in Portogallo con la maglia del Benfica, per poi decidere di accasarsi al Palermo per fare la storia del club siciliano.
Almeno una volta al Fantacalcio
Fabrizio Miccoli era un piacere per gli occhi, tutti lo abbiamo avuto almeno una volta al Fantacalcio, perché oltre che rigori e punizioni, il caro Miccoli segnava anche su azioni, più di ottanta gol infatti con la maglia del Palermo. Ma poi ad un tratto si spegne la luce e succede l’imponderabile.
La condanna
Qualche settimana fa è arrivata la notizia, quando i giudici della seconda sezione penale della Corte di Cassazione, hanno confermato la sentenza emanata in precedenza della Corte di Appello di Palermo lo scorso gennaio 2020. Fabrizio Miccoli va in carcere, dove dovrà scontare ben tre anni e sei mesi di detenzione nel penitenziario di Rovigo. L’accusa è di estorsione aggravata dal metodo mafioso. Fabrizio Miccoli è stato condannato per avere estorto 12 mila euro all’imprenditore Andrea Graffagnini. L’ex attaccate rosanero era già stato condannato dall’opinione pubblica e dalla stampa, quando a suo tempo circolarono delle intercettazioni telefoniche, una in particolare cui l’ex bomber disse: “Quel fango di Falcone“.
C’era una volta
Miccoli finisce in galera con l’aggravante del metodo mafioso, lui stesso dopo la sentenza si è consegnato agli agenti del carcere di Rovigo per iniziare a scontare la pena. C’era una volta quel ragazzo che incantava La Favorita di Palermo con le sue prodezze, c’era una volta quel ragazzo che da Perugia fece il grande salto in bianconero, c’era una volta quel piccolo grande attaccante che divenne l’idolo dei tifosi del Benfica. C’era una volta un giocatore di calcio talentoso, che dalla Serie A è finita in una cella dove sconterà la sua condanna. C’era una volta Fabrizio Miccoli.